Quando il Comune faceva denuncia contro la street art di “Sono Solo” Seguici su Telegram e resta aggiornato Non fa più graffiti ma Pirini ricorda quando era nel mirino: «Cambiati i tempi, meglio così. Invader? A San Vitale è stato un po’ ostentato» Nell’estate del 2002, quella del suo diciottesimo compleanno, era fuori tutte le sere con le bombolotte e il mattino dopo Ravenna si svegliava con nuovi graffiti «ma mai su monumenti o muri storici». Filippo Pirini ha 31 anni e con la street art ormai ha chiuso da tempo – oggi fa il pilota di drifting e lavora in un magazzino di materiale edile – ma quei tempi se li ricorda bene. “Sono solo” non era la sua firma ma il messaggio lasciato accanto ad ogni suo pezzo – «Per me era la sintesi dell’incapacità che abbiamo di trasmettere a parole quello che proviamo con le emozioni» – e attorno all’autore si diffuse pure qualche piccola leggenda metropolitana: «Un ragazzino del liceo artistico una volta mi disse che era convinto io avessi le bombolette nelle maniche come l’uomo ragno con le ragnatele. Mi feci una risata». A diciott’anni però quella fama da artista illegale un po’ lo affascinava: «Ero diventato un incubo per qualcuno. Si rischiava di essere perquisiti girando con uno zainetto dopo le dieci di sera, per Ravenna era pazzesco». E alla fine lo trovarono: «Mi beccai una denuncia per un “Fuck police” scritto sul muro del liceo artistico e non l’avevo nemmeno scritto io ma ero lì a tenere le vernici per chi l’aveva fatto. Qualcuno poi disse che era stato un certo Filippo, la Digos passò le case di diversi Filippi a Ravenna e arrivarono a me». Denunciato dal Comune e multa. Ma anche l’inizio di una collaborazione: «Qualche lavoro per il Comune poi l’ho fatto e so che un ex assessore ha a casa un mio lavoro su un pannello…». Dalle denunce di dieci anni fa al rammarico per la rimozione di un Invader, la differenza di approccio delle istituzioni è piuttosto palese: «Sono cambiate le giunte e sono cambiati i tempi, meglio così». Ma anche al tempo della denuncia c’era chi apprezzava i suoi graffiti: «So che un ex assessore a casa ha un mio pannello che avevo fatto sulla torre civica…». Quando lo street artist francese venne a Ravenna un anno fa per la prima incursione fu lo stesso magazzino edile di Pirini a sponsorizzare in parte la cosa fornendo le colle e gli stucchi per il lavoro al planetario. Ma cosa ne pensa Filippo del quasi collega francese? «Non sono un critico quindi parlo solo per gusto personale: non mi fa impazzire. Però è vero che è stato capace di dare una nuova veste al mosaico. Di sicuro mi piace l’idea di fare pezzi piccoli, in angoli nascosti, da trovare e fotografare con l’applicazione sul telefonino. Infatti per questo motivo non mi piaceva molto il suo lavoro accanto a San Vitale: mi è sembrato un po’ ostentato, troppo facile da vedere, preferisco Invader che realizza opere più piccole da scoprire creando un’interazione con il pubblico». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Torna la pedalata tra la street art in occasione del festival Subsidenze Uno scandaloso Dante sulla parete dell'ex anagrafe, la firma è di Dicky Cock Torna Subsidenze, il festival della street art. Si dipinge il muro di un nido Seguici su Telegram e resta aggiornato