Cento testimoni e quattro parti civili Via al processo all’infermiera per omicidio

Daniela Poggiali in aula: è accusata del decesso di una paziente 78enne. L’Ausl non sarà responsabile civile: non risponderà in caso di condanna

I capelli non sono più biondi come un anno fa ai tempi dell’arresto e la scelta del vestiario è andata su uno stile sobrio e semplice: la 43enne Daniela Poggiali (nelle foto tratte dal servizio del Tg3 dell’Emilia Romagna) era presente in aula in tribunale a Ravenna questa mattina, 16 ottobre, per l’inizio del processo a suo carico di fronte alla Corte d’Assise in cui rischia l’ergastolo se ritenuta colpevole dell’omicidio pluriaggravato della 78enne Rosa Calderoni con una iniezione letale di potassio fatta l’8 aprile 2014 nel reparto di Medicina dell’ospedale di Lugo dove l’anziana era ricoverata e Poggiali lavorava come infermiera.

La prima udienza del dibattimento (da ora in calendario ogni venerdì fino ai primi mesi del 2016) ha visto l’ammissione dei testi e la costituzione delle parti civili. Saranno un centinaio i testimoni da ascoltare nei prossimi mesi (una 40ina per la difesa affidata all’avvocato Stefano Dalla Valle e gli altri per la pubblica accusa rappresentata dal procuratore Alessandro Mancini e dal sostituto Angela Scorza) e quattro le parti civili ammesse: il collegio degli infermieri, i due figli della 78enne (che hanno chiesto un risarcimento di 500mila euro ognuno) e l’Ausl. Per quest’ultima (avvocato Giovanni Scudellari) la corte ha inoltre accolto la richiesta di non essere considerate responsabile civile: in caso di condanna per l’imputata, l’azienda sarebbe stata chiamata a rispondere dei danni causati dalla ex dipendente.

Il dibattimento è entrato nel vivo con il primo teste: il colonnello dei carabinieri Antonio Sergi, comandante del nucleo investigativo dell’Arma che ha condotto le indagini sul caso e ha ricostruito il quadro dei giorni a cavallo della morte sotto inchiesta (un solo caso attribuito alla donna ma secondo l’accusa le statistiche dei decessi confrontati con il personale in turno getterebbero dubbi su altre morti). Nei prossimi mesi sarà il turno anche dell’imputata che ha fatto sapere di essere disposta a farsi interrogare dalle parti affrontando quindi le domande dei pm.

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