C’è crisi, il funerale si paga a rate Oltre mille euro per quello low cost

Nel capoluogo provinciale sono sette le agenzie funebri. A Faenza il Facebook dei morti fa flop: una decina di iscritti in due anni

Di fronte alla crisi si chiede di pagare a rate anche il funerale. «Negli ultimi tre anni siamo passati da zero a un 8-9 percento di richieste», dice l’amministratore delegato di Aser, una delle sette agenzie funebri presenti nel comune di Ravenna (con Stinchi, Meneghetti, Csf, Domenichini, Gardella, Altini) e l’unica a controllo pubblico (la proprietà è di Ravenna Holding, cassaforte dei Comuni). Maurizio Rossi inquadra l’azienda con alcuni numeri: una sede a Ravenna e una a Faenza ma operatività senza confini (come accaduto con il cooperante di Casola Valsenio ammazzato in Bangladesh), 15 dipendenti, nel 2014 un migliaio di funerali e un fatturato di 2,47 milioni di euro con un utile di 180mila euro.

Oggi per un funerale, secondo le stime di Aser, servono 1.200-1.300 euro dove la voce di costo principale è il feretro che può arrivare a 750-800 (abbiamo provato a chiedere preventivi anche ad altre agenzie ma hanno rifiutato di fornirli telefonicamente).

«Aser ha cominciato a operare da luglio 2006 rilevando il ramo d’azienda da Hera e nel 2007 a Faenza ha acquisito il ramo d’azienda dalla locale Sot di Hera. Operiamo in libero mercato, non siamo in regime di monopolio ma in quanto società a controllo pubblico ci siamo dati delle regole di trasparenza e organizzazione più rigide». In un settore dove non mancano manovre scorrette: «C’è ancora il malcostume di qualche persona che sfrutta il momento del dolore». Rossi è consapevole che non mancano critiche verso l’azienda che rappresenta: «I concorrenti ci criticano dicendo che il nostro controllo pubblico potrebbe avvantaggiargi e invece non abbiamo appalti pubblici, non c’è rapporto preferenziale. Sulla qualità dei servizi mi rendo conto che forse trent’anni fa l’azienda pubblica si presentava con un livello inferiore ma ormai da una decina di anni c’è uniformità».

Come cambia il funerale nel 2015? «In realtà è qualcosa che rimane molto legato alla tradizione, le modifiche sono piccole, magari oggi il manifesto non è più solo in bianco e nero ma ha un po’ di colore, ma stiamo parlando di dettagli».

Per il camposanto online, con la foto del caro estinto da cliccare, i tempi non sono ancora maturi nella provincia. Lo dice Bruno Fabbri delle onoranze funebri Gamberini di Faenza che a gennaio del 2014 lanciò il progetto chiamato Luogo della Memoria: una sorta di Facebook dei morti, un cimitero virtuale dove i parenti del deceduto potevano inserire foto e informazioni con uno spazio aperto ai pensieri digitati sulle tastiere dai conoscenti. Pensieri e riflessioni in ricordo del caro estinto. «In America sono tantissimi i siti così, in Italia ne avevo visto uno in Piemonte, l’abbiamo promosso ma non ha avuto seguito».

Dopo l’apertura del sito, con un investimento di un migliaio di euro, l’agenzia Gamberini inviò circa 600 lettere alle famiglie che negli ultimi 4-5 anni si erano rivolti a loro per un funerale: «Abbiamo dato a tutti le informazioni e l’account con la password per iscriversi. Tutto gratuito, anche per chi non è stato nostro cliente. Basta mandare una mail e noi autorizziamo l’iscrizione. Ovviamente anche i commenti vengono prima verificati per evitare offese. Dopo due anni non più di una decina si sono iscritti». Fabbri aveva provato ad anticipare i tempi facendo l’americano. Per poi accorgersi che le cose forse stanno diversamente: «Muoiono le persone più anziane, i figli hanno 50-60 anni e ancora in questa fase non è gente con grande dimestichezza di computer e internet».

Le nuove frontiere del settore saranno le case funerarie private che organizzano cerimonie e sepolture? «Ne esiste una enorme a Modena ma serve un bacino di utenza vasto per rientrare dell’investimento. La gente non vuole fare più di 10-15 km per un funerale». E c’è chi prepara per tempo il suo: «C’è un signore di Faenza che ogni anno da diverso tempo in questo periodo passa per chiedere qualche informazione. Era iscritto a una di quelle associazioni che raccoglievano versamenti annuali per poi occuparsi dei funerali. Ha più di cent’anni e ogni anno vuole essere sicuro che quando sarà il momento gli faremo il funerale. Passa da noi, si fa due chiacchiere e ci salutiamo».

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