I ravennati Schonwald in concerto a Parigi a pochi passi dal massacro

«Ci siamo esibiti senza sapere quello che stava succedendo. Siamo poi rimasti in Francia per cercare di reagire insieme ai nostri amici»

Sono tornati in Italia nella serata di ieri, lunedì 16 novembre, i ravennati Alessandra Gismondi e Luca Bandini, coppia nella vita e nella musica. Si tratta infatti dei due membri degli Schonwald, rock band nota anche all’estero i cui ultimi due album sono stati prodotti da un’etichetta discografica parigina. E a Parigi hanno suonato proprio venerdì sera, quel venerdì 13 che resterà per sempre nella storia della capitale francese (e non solo) per gli attentati terroristici. Caso ha voluto che i due ravennati si trovassero in un locale (l’International, in rue Moret) a nemmeno un chilometro di distanza (una decina di minuti a piedi) dall’ormai tristemente noto a livello mondiale Bataclan, la sala da concerti dove hanno fatto irruzione i terroristi, sparando sugli spettatori, durante il concerto degli Eagles of Death Metal.

«Siamo arrivati verso le 21 all’International – hanno dichiarato i due ravennati al TgCom –. Il club era già gremito e pochi minuti prima di salire sul palco siamo stati avvisati dalla produzione che c’era in atto un allarme attentato. Erano all’incirca le 22, ma in altre occasioni simili di qualche anno fa gli allarmi erano rientrati e quindi ci hanno fatto salire sul palco senza problemi. Abbiamo avuto la possibilità di esibirci senza renderci conto di nulla perché il clima che ci circondava era di allegria e divertimento. Solo al termine dello spettacolo ci hanno fatto sapere quello che era successo al Bataclan». Il locale – raccontano poi gli Schonwald – «è stato barricato e chiuso in entrata-uscita, con le guardie di sicurezza su ogni ingresso. Noi siamo stati tutto il tempo nel camerino del backstage, collegati via internet con i nostri familiari, in modo tale da poterli tranquilizzare e allo stesso tempo ricevendo in tempo reale le notizie su quello che stava succedendo a pochi passi da noi».

«Abbiamo respirato un clima di terrore, tanto sgomento e impotenza – sono le parole di Luca e Alessandra – perché non potevamo reagire in nessun modo, in quanto eravamo bloccati all’interno. I parigini sono stati molto vicini a noi, rassicurandoci con tanto affetto e gentilezza. Dopo diverse ore di interminabile attesa, è stato possibile uscire, intorno alle 3, e un gruppo di amici di Parigi ci ha scortato a piedi fino all’hotel, in quanto nessun mezzo era disponibile. Durante il nostro tragitto di circa un’ora, ci siamo sentiti frastornati, in una Parigi semideserta, dove aleggiava un’atmosfera surreale e inquietante».

Gli Schonwald sono poi rimasti a Parigi durante il weekend, come ci racconta una ancora scossa («ci vorrà tempo per metabolizzare questa trasferta…») Alessandra appena rientrata in Italia. «Nonostante quello che è successo – sono le sue parole – abbiamo deciso di restare in Francia, come stabilito, per stare a fianco dei nostri amici dell’etichetta parigina Anywave per la quale sono usciti i nostri due ultimi dischi (l’ultimo solo poche settimane fa, ndr). E proprio per questo motivo abbiamo reagito con lo stesso spirito di chi vive a Parigi, con lo slancio di chi vuole reagire e deve reagire a tutti i costi a sostegno della libertà di tutti e per combattere la paura».

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