Piaia: «Ma è difficile: come mai non riusciamo a trovare affitti tra i privati? E le tende non possono diventare una soluzione»
Ecco allora la rete dei posti letto finora reperiti e utilizzati (un protocollo con l’Ausl prevede per ognuno un checkup medico prima dell’inserimento in strutture): al dormitorio di via Torre, con la Caritas tra le suore di clausura e la parrocchia di Mensa Matellica, con l’associazione Romania mare e infine nei dormitori pubblici della città. L’ultima risorse messa in campo è l’abitazione dietro alla sede della protezione civile. Punti sparsi sul territorio che richiedono impegni per gli spostamenti: «I trasferimenti sono una problematica importante».
E le tende che il Comune acquistò per l’emergenza freddo alcuni anni fa? Piaia lavora per evitarne l’utilizzo: «Le abbiano, sono state un acquisto importante, potranno sempre essere utili per le emergenze ma non possiamo rischiare che diventino una soluzione abitativa».
Il paradosso è l’accoglienza dei primi arrivati nei mesi scorsi potrebbe aver creato un effetto richiamo. L’assessore ne è consapevole: «Fin quando la stagione era buona abbiamo tardato ad aprire i dormitori ma ora non si può pensare di lasciare queste persone al freddo. Cittadini e associazioni ci sollecitano a prenderci cura di loro».
Ma a un certo punto bisognerà mettere un freno «perché altrimenti va allo stremo tutto un mondo fatto di risorse preziose: i volontari devono trovare soddisfazione in quello che fanno ma ora stanno lavorando davvero oltre le loro forze e posso solo ringraziarli».
Senza dimenticare che ci sono anche altre situazioni delicate che vanno prese in cura: «La nostra città ha già una importante dimensione di bisogno sociale, dobbiamo essere oculati su come spendiamo le risorse a disposizione». Nel frattempo l’urgenza resta l’emergenza pakistani: l’obiettivo a cui lavora il coordinamento è farli arrivare all’hub di Bologna perché li prenda in gestione.