«In provincia di Ravenna il rapporto nutrie/abitanti è in linea con quello da bollino rosso registrato da censimenti fatti in altri territori della Lombardia dove si conta una nutria ogni dieci persone». Il direttore della Coldiretti provinciale, Walter Luchetta, torna a lanciare l’allarme sul proliferare di questo roditore e sui danni che provoca: «Nel mirino dei mammiferi roditori, non solo le sponde di fiumi e canali, sempre più indebolite e rese colabrodo, ma anche oasi ambientali, come Punta Alberete e persino le aree verdi di siti Unesco, come il parco del Mausoleo di Teodorico o, ancora, i giardini della Rocca Brancaleone». I cambiamenti climatici, con temperature a lungo miti anche nei mesi invernali, ha favorito il propagarsi delle nutrie: cresciute di numero, si sono spinte ben oltre le campagne.
L’associazione di categoria, tramite il suo massimo dirigente, parla di «invasione incontrollata»: la nutria sta creando seri danni in tutto il territorio per la tenuta degli argini e per le colture d’eccellenza. In tutta la provincia – ricorda Coldiretti citando gli importi relativi ai danni lordi accertati dall’ente di piazza Caduti dal 2003 al 2014 – quelli da fauna selvatica ammontano in totale ad oltre 4 milioni di euro, di questi oltre 300mila sono imputabili alle sole nutrie.
«Se fino ad una ventina di anni fa la loro presenza nelle nostre campagne poteva essere tollerata, perché considerata quasi esotica o folcloristica, ora la proliferazione incontrollata sta diventando un serio problema. Di tutto ciò sono ben consapevoli i sindaci dei Comuni della provincia che proprio per bloccare l’invasione e al fine di eradicare la specie avevano predisposto apposite ordinanze che ne consentivano la caccia, ordinanze poi ‘congelate’ nell’attesa della riforma della legge 157 sulla gestione della fauna selvatica e della caccia in capo alla Regione». Coldiretti auspica che «si velocizzi l’iter per l’attuazione dei piani di controllo di questa specie non autoctona e che si stanzino al riguardo ulteriori, adeguate risorse».
«Stiamo già lavorando alla redazione del Piano regionale per il contenimento delle nutrie sul territorio emiliano-romagnolo, uno strumento che è stato introdotto dal Collegato ambientale alla legge di Stabilità, grazie al quale potremo operare in modo organico e omogeneo, ovviando alle inevitabili difficoltà operative riscontrate specialmente dai piccoli Comuni». È quanto precisa l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli in risposta a Coldiretti.