Il rispetto delle procedure previste e l’assoluta imprevedibilità del decesso: sono queste le prime considerazioni appurate dal gruppo di analisi interna predisposto dall’Ausl Romagna dopo la morte di un neonato al momento del parto il 22 gennaio all’ospedale di Faenza. L’azienda sanitaria, rinnovando il cordoglio e la vicinanza alla famiglia, ha voluto comunicare alcune precisazioni sul tragico accaduto, il secondo simile in pochi mesi nello stesso reparto e il quinto in un anno in provincia.
La donna – un’italiana residente nel Faentino, secondo quanto si legge su il Corriere Romagna che riporta la notizia – era alla seconda gravidanza ed è stata ricoverata venerdì 22 perché in procinto di partorire: «La gravidanza non era a rischio – scrive oggi l’Ausl – e il tracciato cardiotocografico eseguito al momento dell’ingresso in ospedale non presentava alcuna anomalia, confermando lo stato di benessere fetale. Purtroppo, durante l’osservazione, il tracciato evidenziava un sopraggiunto improvviso stato di sofferenza fetale. Il personale sanitario si è immediatamente attivato per effettuare un taglio cesareo in emergenza. Purtroppo nonostante la tempestività, al momento del parto, il neonato presentava una grave condizione di arresto cardiorespiratorio e tutte le manovre rianimatorie eseguite non hanno avuto alcun esito. Dal riscontro diagnostico non sono emerse cause macroscopicamente evidenti e sono in corso ulteriori analisi più approfondite». La signora, dopo un breve ricovero post intervento nel reparto di Rianimazione, è stata dimessa il 26 gennaio.
Nel corso del 2015 altri quattro casi simili. L’ultimo a settembre ancora all’ospedale di Faenza e ancora al termine di una gravidanza portata avanti senza complicazioni e la morte arrivò poco dopo il parto. Una settimana prima era accaduto a Ravenna: parto naturale e decesso due giorni dopo. A maggio a Ravenna un bambino nato prematuro morì un mese dopo la nascita e dopo. Ancora a maggio a Lugo un bimbo nacque e morì poco dopo. Nei casi finora elencati la procura ha aperto indagini. In tutto il 2015 i parti che si sono verificati nei punti nascita della Romagna sono stati 8.927 contro i circa 9.300 del 2014. A Ravenna 1.467, 16 in più rispetto all’anno scorso; a Lugo 645 (contro i 737 del 2014); a Faenza 715 (nel 2014 furono 776).



