Ci scrive una lettrice dopo l’ultimo caso di un arbitro che chiama il 112 perché minacciato in una partita di giovanili. Il dibattito è aperto…
Caro R&D,
scrivo dopo aver letto l’ennesimo incredibile episodio sul vostro sito: un arbitro impaurito che chiama i carabinieri dallo spogliatoio di un campo da calcio. E scrivo per esprimere dubbi e perplessità volutamente provocatori nel mare di retorica che ci avviluppa quando parliamo di sport. E il dubbio è questo: ma siamo sicuri che incitare i bambini alla competizione sportiva sia poi così salutare? E tra tutte le attività, quella del calcio non è quella che sembra racchiudere anche tutto ciò che molti di noi vorrebbero in realtà veder sparire dalla società?
Lo sport è competizione, certo c’è il lavoro di squadra, ma per batterne un’altra, come i soldati di un esercito tra loro collaborano per sconfiggere il nemico. Ok, qui ci sono solo avversari, ma sempre di qualcuno che deve prevalere sull’altro si parla. Un modello alternativo non è dato: per uno che gioisce, uno deve soffrire. E se questo, mi si dice, è il sale della vita, è qualcosa di atavico e innato (nei maschi soprattutto ma si sta lavorando perché possa germogliare anche nelle femmine), ciò che importa è il fair play, la capacità di gestire la sconfitta, il rispetto per chi perde e via dicendo. Una lezione di vita, addirittura. Che la vita è sofferenza e sapersi rialzare dopo le sconfitte (con buona pace di chi vorrebbe magari uscire da cliché e banalità). E quindi lì tutti a fare proclami, a parlare, scrivere, firmare, tutti su questi valori dello sport, a educare figli e genitori, mentre a livello locale nel giro di poche settimane abbiamo sentito di una società che “come sempre” ripagherà i danni provocati dai tifosi, di carabinieri in campo, di accuse razziste verso l’arbitro. Mentre a livello nazionale non va meglio, tra presunte ruberie e accertate offese omofobe e razzisti.
Insomma, siamo sicuri che tutto questo sport ci faccia poi così bene e meriti tutta questa spasmodica attenzione, nonché valanga di soldi?
Una lettrice affezionata