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    Categoria: società

«Il territorio è a rischio liquefazione da sisma, non adatto per stoccare gas»

La capogruppo M5s della Bassa Romagna cita i risultati dei sondaggi fatti a fine 2014: «Non vi sono zone stabili»

«Questo territorio è soggetto al pericoloso fenomeno della liquefazione sabbiosa a seguito di sisma, fenomeno che ha mostrato i suoi effetti distruttivi durante il terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012». A parlare è Ilaria Ricci Picciloni, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Cotignola e in Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dopo aver visto i risultati dei sondaggi di microzonazione sismica compiuti a fine 2014 e che dovevano valutare il grado di instabilità del substrato sabbioso del territorio.

«In geologia – si legge da Wikipedia – la liquefazione delle sabbie è il comportamento dei suoli sabbiosi che, a causa di un aumento della pressione interstiziale, passano improvvisamente da uno stato solido ad uno fluido, o con la consistenza di un liquido pesante».

«La liquefazione della sabbia a seguito di sisma – continua Ricci Picciloni – è tipica dei territori alluvionali come il nostro, e rende le strutture edili instabili fino a portarle al crollo. Per quel che attiene questo territorio dell’Unione sottoposto a studio, cito testualmente dal documento ricevuto, “non vi sono zone stabili […] tutte le aree indagate sono risultate o con una marcata possibilità di fenomeni di liquefazione per effetto del sisma o sede di fenomeni di semplice amplificazione locale del segnale sismico”. Insomma, le notizie non sono confortanti».

Questi studi, secondo la consigliera, dovrebbe portare a un ripensamento di una serie di questioni che riguardano la Bassa Romagna, «in particolare sull’inizio delle operazioni di stoccaggio di gas dell’impianto San Potito e Cotignola e sull’opportunità di perseverare con tutti gli altri progetti di stoccaggio, ricerca e trivellazione che stanno cascando a pioggia sul nostro territorio. Un territorio instabile come questo non è di certo la sede giusta per sperimentare magazzini sotterranei di gas. Inoltre il consumo di gas è in continuo calo, l’Europa ci chiede di passare a fonti energetiche pulite: c’è da chiedersi a che serva finanziare questi progetti di stoccaggio già nati morti e a forte impatto ambientale».