Ha lavorato nella sua città ma anche ai massimi livelli nazionali nei tre principali sport di squadra: calcio, pallavolo e pallacanestro. Il ravennate Giorgio Bottaro, oggi responsabile organizzativo della Figc per le nazionali giovanili maschili e per le femminili di calcio, può fare un confronto sul sistema di valori che esiste in ogni disciplina di fronte agli ultimi episodi che hanno interessato il calcio, sia locale che nazionale in termini di ordine pubblico o presunti reati contabili (vedi articoli correlati). «Non credo si possa dire che c’è uno sport che ha più o meno attenzione a certi valori etici rispetto ad altri. È solo questione di numeri: chi raccoglie più praticanti poi ha più casi sia in positivo che in negativo».
L’importante è che tutti abbiano ben chiaro il ruolo del proprio settore giovanile: «Va considerato come un’attività formativa con cui i giovani devono diventare forse giocatori di livello ma di sicuro cittadini». Ecco perché «ci sono federazioni che investono soldi per avere professori durante gli stage più lunghi in modo che gli atleti continuino a fare lezione, ci occupiamo anche di formazione fuori dal rettangolo di gioco». Non solo per questioni di facciata ma anche per questioni sportive: «Se un atleta ha affinato anche qualità culturali – dice Bottaro – è un atleta migliore. La cultura e la conoscenza danno padronanza che si riflette sulle capacità della persona in ogni campo. Mi viene in mente l’esempio della pallacanestro a Ravenna dove la società da tempo collabora con il Teatro delle Albe con un percorso che cerca di trovare anche una crescita diversa del giovane».
Eppure aumentano i contesti in cui più o meno volontariamente ci si dota di decaloghi e regole disciplinari interne. Se c’è bisogno di questo forse qualcosa non sta andando come dovrebbe? «No, il contrario. È cambiato il mondo, non è più quello di una volta. Non è solo il mondo dello sport che ha perso dei valori, è la società civile tutta che li sta perdendo e lo sport è un riflesso della società ma al suo interno ha più anticorpi per reagire».



