La sentenza: ergastolo all’infermiera Uccise una paziente iniettando potassio

Dopo quasi 8 ore di camera di consiglio il verdetto per Daniela Poggiali Il decesso di una 78enne avvenne l’8 aprile 2014 nell’ospedale di Lugo

Ha ucciso una paziente di 78 anni ricoverata nel reparto di Medicina dell’ospedale di Lugo dove lavorava come infermiera: così ha deciso la Corte d’Assise di Ravenna per Daniela Poggiali accogliendo la richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dall’accusa (tranne l’isolamento diurno per un anno e mezzo). La difesa aveva chiesto l’assoluzione.. È questa la sentenza, arrivata nella serata odierna dopo quasi otto ore di camera di consiglio, nel processo di primo grado che ha visto alla sbarra la 44enne nata a Faenza e residente a Giovecca (in carcere a Forlì da ottobre 2014), imputata di omicidio volontario pluriaggravato (motivi abietti, mezzo venifico, premeditazione: solo i primi non sono stati riconosciuti). La morte dell’anziana su cui si è incardinato il procedimento penale, come ormai noto, risale all’8 aprile 2014 e sarebbe il risultato di una somministrazione massiccia e volontaria di cloruro di potassio (Cdp) inserito nel deflussore della flebo collegata al braccio di Rosa Calderoni di Russi. Il movente? Secondo l’accusa (pm Angela Scorza) era il piacere di dare la morte a pazienti scomodi.

Alla lettura della sentenza l’ex infermiera dell’Ausl (in ferie forzate da dopo quel decesso e poi licenziata per le celebri foto in posa accanto a un altro cadavere con i pollici alzati) non ha avuto reazioni particolari: si è toccata più volte la fronte, la prima quando il presidente della Corte ha pronunciato la parola ergastolo. In lacrime invece i due figli della vittima. Soddisfazione composta per l’accusa: un abbraccio tra il procuratore capo Alessando Mancini e il sostituto Angela Scorza che ha condotto tutto il processo.

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