Voto disgiunto: a De Pascale l’1,5% in meno della sua coalizione

Gli altri candidati sindaco invece hanno ottenuto performance migliori

La questione del voto disgiunto è affare per pochi, da sempre. Si tratta infatti della possibilità di votare per un candidato sindaco e per una lista diversa da quelle che lo sostengono. Normalmente è praticato da chi vuole lanciare un segnale in particolare appunto a un candidato primo cittadino non di suo gradimento. In realtà non è un dato facilmente leggibile perché in genere i candidati sindaci tradizionalmente prendono più voti della somma della loro coalizione, ci sono infatti persone che più o meno consapevolmente votano solo per il primo cittadino senza curarsi delle liste che andranno a comporre il consiglio comunale. Dunque da sempre i candidati sindaci tra loro si spartiscono una fetta maggiore di voti rispetto alle liste.

Alla vigilia di queste elezioni di voto disgiunto si è sentito parlare in città più che in passato e in effetti vale forse la pena soffermarsi su un dato: percentualmente Michele de Pascale ha preso meno della sua coalizione di centrosinistra (anche in termini assoluti, 34.077 voti contro 34.193), unico tra i cinque candidati a sindaco. In termini percentuali il segretario Pd si è fermato al 46,5 contro il 48 pieno della coalizione.

Gli altri quattro, come in genere accade appunto, hanno avuto performance migliori rispetto alla liste per quanto con molte differenza. A prendere i voti che mancano a De Pascale non può essere infatti stato Massimiliano Alberghini che registra un scarto minimo in suo favore: un 28 tondo rispetto a un 27,9 della sua coalizione di centrodestra. Più evidente lo scarto per Michela Guerra del Movimento Civico Cambierà che ha preso ottocento voti in più della sua lista registrando un 13,5 personale contro il 12,7 del simbolo e così anche Raffaella Sutter di Ravenna in Comune: l’ex dirigente ha preso circa 400 voti in più, il 6,5 contro il 6 della sua lista. Più limitato il divario per Bucci che personalmente ha preso il 5,6 percento mentre la sua lista si è fermata si è fermata al 5,3.

Un segnale interno per De Pascale? Elettori organizzati o semplici cittadini che hanno singolarmente scelto di disgiungere il voto? In ogni caso, c’è da star certi, tutti voti che domenica 19 dovrebbero tornare sul candidato di centrosinistra.

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