Chiama un attore per recitare la parte del rapinatore e truffare l’assicurazione

Due denunciati: si erano spartiti i 13mila euro incassati dalla polizza La recita in scena in un ambulatorio davanti a una dipendente

Si è accordato con un amico attore dilettante perché facesse la parte del rapinatore armato e incappucciato che irrompe nell’ambulatorio e lo deruba, sotto gli occhi di una dipendente ignara di tutto per avere un testimone credibile, spartendosi poi l’indennizzo di 13mila euro dall’assicurazione. Ma non è stata una grande prova di recitazione e invece degli applausi è arrivata una denuncia dalla polizia per entrambi: un 45enne libero professionista di Barbiano e un 58enne di Alfonsine dovranno rispondere di simulazione di reato e truffa.

La chiamata al 113 è arrivata nella serata del 10 dicembre scorso dal titolare di un ambulatorio in centro a Lugo. L’uomo raccontava di una rapina appena subita nel suo studio da un rapinatore solitario con un passamontagna sul volto e una pistola in mano che era entrato all’improvviso portandogli via il portafoglio con seimila euro in contanti che stava vicino alla porta e un trolley e una busta con attrezzatura medica per un valore di circa settemila euro. Qualcosa non tornava ai poliziotti della squadra mobile.

Ad esempio pareva strano che il malvivente si fosse completamente disinteressato dell’altra persona presente nei locali in quel momento, una dipendente saltuaria. E poi come era riuscito a entrare in silenzio passando da una porta blindata che non mostrava segni di forzatura e non si apriva a spinta? E perché la vittima nella querela presentata in commissariato aveva dichiarato di non essere assicurato contro furti e rapine e invece il contratto della polizza lo prevedeva? Troppi dubbi alimentati da una circostanza singolare nel passato del professionista: cinque denunce per furti subiti negli ultimi quattro anni, tutte le volte nello studio e ogni volta dopo la liquidazione dell’indennizzo (in totale circa 30mila euro) il passaggio a una nuova compagnia assicurativa. «Non esistono elementi per poter ipotizzare irregolarità su quei casi – ci tiene a precisare il capo della Mobile, Marco Poggi – ma è stata una particolarità che ci ha insospettito».

Il controllo dei tabulati telefonici ha fatto emergere un traffico anomalo di chiamate e messaggi, nelle ore immediate dopo i rilievi della polizia, tra la vittima della rapina e un suo conoscente che proprio quel giorno aveva un appuntamento in studio per questioni mediche ma secondo la testimonianza della lavoratrice non si era presentato. I due la notte stessa dopo la vicenda si erano anche incontrati di persona a Bagnacavallo.

A quel punto è scattata la perquisizione nelle abitazioni dei due uomini e sotto il letto del libero professionista è stato ritrovato lo stesso trolley di cui aveva denunciato il furto nella rapina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti (pm Cristina D’Aniello) i due si erano accordati per la sceneggiata facendo in modo che avvenisse sotto gli occhi di una terza persona estranea al complotto: per questo la dipendente era stata chiamata in ufficio proprio quel giorno. Con l’attore, in difficoltà economiche, si sarebbero poi spartiti l’incasso. Entrambi, interrogati dalla polizia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono stati denunciati a piede libero: per i reati di cui sono accusati infatti non è previsto l’arresto. «L’episodio aveva creato un certo allarme nella comunità locale – commenta ancora Poggi –. Ci fa piacere aver fatto chiarezza su come siano andate realmente le cose per evitare che si diffondessero false convinzioni».

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