Nessuno innaffia e il verde è già secco Il motivo? In darsena manca… l’acqua  

Triste destino per le installazioni sul Candiano inaugurate un anno fa
per la festa di Ravenna Capitale. Ora ci penseranno gli ortisti?

Il presupposto delle quattro installazioni di riuso temporaneo sulla banchina destra del Candiano era il riutilizzo di materiale di recupero legato alla tradizione produttiva e agricola del territorio ravennate. Ma un anno dopo l’inaugurazione delle opere, avvenuta a luglio 2015 in occasione della festa per Ravenna Capitale italiana della cultura, la tradizione agricola incassa un duro colpo d’immagine: la parte verde fatta di alberi e arbusti è ormai secca e stecchita. Facendo emergere che il coordinamento tra i soggetti coinvolti in prima battuta – Comune, Officina Meme e associazione Naviga in Darsena – non ha ottenuto risultati soddisfacenti. Ora, anche dopo aver sollevato il caso nella nostra rubrica “Bombolone” (vedi tra gli articoli correlati qui a fianco), le parti stanno cercando una soluzione.

Le installazioni progettate dallo studio Officina Meme sono state realizzate riutilizzando cassoni in legno forniti dall’associazione Naviga in Darsena che li aveva ottenuti per gentile concessione di un imprenditore ortofrutticolo. Quattro installazioni chiamate il Faro, la Duna, il Campo e l’Isola: solamente la prima (quella più vicina al ponte mobile) non presenta elementi di verde. «Il concept – si leggeva nel progetto – trasforma i cassoni in moduli costruttivi, la cui semplice rotazione nelle tre direzioni spaziali permette la costruzione modulare delle singole strutture, ciascuna poi caratterizata dall’inserimento di vegetazione, grafica o carpenteria metallica, in relazione alla funzione specifica. L’obiettivo è quello di rendere fruibile l’area della banchina fornendo i servizi necessari all’utilizzo dell’area come: la luce, la sosta e l’ombreggiamento e il gioco e la scoperta dello spazio».

Nascoste dentro ai cassoni sono state sistemate delle cisterne che riempite dovrebbero servire all’irrigazione delle parti verdi. Ma come riempire le cisterne? La prima necessità da soddisfare sarà portare l’acqua. Potrà sembrare paradossale, visto che si tratta di installazioni in banchina ma non si può certo pensare di utilizzare l’acqua della darsena che non è esattamente nota per le sue proprietà nutritive. In un primo tempo è stato possibile grazie alla disponibilità di un privato con una autobotte che ha collaborato al progetto ma l’operazione richiede una frequenza troppo elevata per essere gestibile con costi e modalità sopportabili.

Due mesi fa è stato siglato un patto di collaborazione tra Comune, Officina Meme e il gruppo di ortisti che curano gli orti della vicina via Pag nell’ambito del regolamento dei beni comuni che prevede la collaborazione fra amministrazione e cittadinanza per la gestione di alcuni spazi comuni. In questo caso agli ortisti è richiesto di passare due volte a settimana per ripulire le installazioni da eventuali rifiuti. Cosa che avviene. Ora si proverà a capire se agli ortisti potrà essere chiesto di innaffiare e curare il verde: solo in questo caso si andrà a rifare la piantumazione.

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