lunedì
15 Settembre 2025
lotta alla criminalità

Dati ufficiali: dal 2014 furti nelle abitazioni in calo del 40%. «Merito dei controlli»

Le persone identificate sul territorio sono aumentate del 36 percento E con la geolocalizzazione la questura ha una mappa delle zone calde

Condividi

In due anni i furti in abitazione in provincia di Ravenna sono diminuiti del 40 percento. È il dato diffuso dalla questura mettendo a confronto i primi otto mesi del 2014 con lo stesso periodo gennaio-agosto del 2015 e del 2016: si è partiti da 2.008 denunce per scendere a 1.731 fino a 1.211. Anche i colpi negli esercizi commerciali hanno seguito lo stesso trend di diminuzione: dalle 889 denunce del 2014 (sempre gennaio-agosto) alle 602 del 2016.

Insomma numeri che dipingono uno scenario in miglioramento sul fronte della lotta alla criminalità ma che potrebbero lasciare perplesso l’uomo della strada alle prese non con le statistiche delle forze dell’ordine ma con la percezione della quotidianità.

Il questore Rosario Eugenio Russo sa che i cittadini potrebbero restare increduli davanti alle cifre fornite: «I numeri dicono questo e noi ci teniamo che la gente li conosca. La percezione della sicurezza è una questione molto delicata e ci tengo a dire che non siamo di fronte a un calo delle denunce per mancanza di fiducia nel sistema. Questo tipo di reati tocca molto da vicino la persona e la denuncia viene fatta».

Secondo il questore, arrivato alla guida degli uffici di viale Berlinguer tre mesi fa, il miglioramento misurato oggi è nato a marzo del 2015: «Nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si decise di intervenire efficacemente cambiando in modo radicale l’approccio al problema e coinvolgendo tutte le forze di polizia nazionali e locali in un unico piano operativo per le città e la provincia. Si sono così istituiti i posti di blocco e controllo, tutt’ora in atto, svolti in prestabiliti luoghi e orari al fine di impedire la circolazione nelle aree più esposte a persone malintenzionate». Un nuovo approccio a sua volta misurato da una percentuale con segno positivo: «Le persone identificate sul territorio sono cresciute del 36 percento e i mezzi controllati sulle strade del 33 percento».

Insomma con il nuovo approccio adottato un anno e mezzo fa si è voluti andare oltre alla semplice repressione con indagini approfondite su ogni colpo, che comunque sono imprescindibili e continuano, puntando invece con più risorse sulla prevenzione sfruttando anche le nuove tecnologie come ad esempio la geolocalizzazione: «Ogni denuncia di furto viene inserita nella banca dati e collocata in un punto sulla mappa per avere un quadro delle zone più calde che attirano maggiormente i malviventi magari per la comodità dei collegamenti stradali che facilità la fuga». E quando una zona dello stradario si colora di rosso per un picco di furti, lì si concentrano i pattugliamenti e i posti di blocco perché a volte può bastare essere identificato in un controllo di routine su strada per disincentivare un aspirante ladro. Inutile tirare per la giacca i dirigenti della questura per sapere quali zone ingolosiscano di più i criminali: «Per usare una metafora possiamo dire che i giornali li leggono sia le galline che le faine – dice Scipione De Leonardis, dirigente della divisione Anticrimine – e non sarebbe utile fornire informazioni alla seconda categoria…».

La questura con questi dati prova anche a replicare indirettamente a quanto scrisse Il Sole 24 Ore a fine 2015 mettendo la provincia di Ravenna al decimo posto nazionale nella classica sulla qualità della vità con uno scivolone di dieci posti rispetto all’anno precedente quando era al vertice: «La base di rilevazione erano i dati del 2014, un anno orribile».

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Le sette porte storiche di Ravenna come “accessi turistici privilegiati”

Lo studio Denara tra i vincitrici di un concorso internazionale promosso dalla Uia

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi