W l’amore, dall’Olanda alla Romagna

Il progetto di educazione affettiva e sessuale finanziato dalla Regione è attivo solo in 4 scuole medie della provincia di Ravenna

W l’amore” è un progetto di educazione sentimentale e sessuale elaborato e finanziato dalla Regione e attuato grazie alla collaborazione tra scuole e Ausl, e nella fattispecie i consultori giovani dei territori. In provincia sono quattro le scuole medie (i destinatari sono i ragazzi dell’ultimo anno) che da tre anni aderiscono: una a Brisighella, due nella bassa lughese e la scuola media Montanari di Ravenna. Si tratta di un progetto mutuato dall’Olanda dove viene applicato da oltre vent’anni e di cui sono stati misurati i (benefici) effetti anche sociali. Ne abbiamo parlato con Serenella Camprincoli, del servizio consultorio giovani che ne segue l’applicazione.

In cosa consiste “W l’amore”, dottoressa Camprincoli?
«Si tratta di un percorso che prevede una formazione dei docenti disponibili per attuare poi cinque moduli con i ragazzi. I primi quattro vengono svolti in classe su tematiche che vanno dai cambiamenti insiti nella pubertà al tema dell’omosessualità, dall’affettività ai social, mentre l’ultimo modulo vede il nostro coinvolgimento diretto e ha luogo in consultorio dove illustriamo anche i servizi che offriamo (vedi box per il dettaglio, ndr). Fino a oggi è stata la Regione a fornire tutti i materiali che consistono in un album per i ragazzi, in un manuale per gli insegnanti e in un sito internet dedicato (www.wlamore.it)».

Perché è stato attivato solo in quattro scuole in tutta la provincia? Siete voi a proporlo o sono le scuole a chiederlo?
«Il programma sul territorio è attivo da tre anni ma solo da quest’anno è anche nel catalogo dei progetti che l’Ausl offre alle scuole e che affrontano varie tematiche, dalla sicurezza sul lavoro all’abuso di alcol. Le scuole possono aderire a uno più progetti facendo richiesta. Ma per quest’anno le scuole sono rimaste quelle con cui il progetto era inizialmente partito. Va detto che agli insegnanti è richiesta uno sforzo non trascurabile e molta motivazione».

Per quale motivo? E quali insegnanti in genere si propongono?
«Perché se c’è una cosa che i ragazzi sanno capire è l’imbarazzo negli adulti e parlare di sessualità può non essere sempre facile. Abbiamo constatato che per gli insegnanti può essere più difficile affrontare questo tema rispetto ad altri come possono essere la droga, l’alcol o l’alimentazione. Bisogna essere molto tranquilli e in pace con se stessi. Inoltre, il progetto prevede una parte di formazione piuttosto impegnativa proprio per i docenti. Per quanto riguarda il profilo non c’è una precisa richiesta curriculare, ma abbiamo visto che ad aderire sono soprattutto le insegnanti di scienze, che si occupa comunque dell’apparato genitale nei programmi ministeriali, e quelle di lettere».

Qual è la parte più complessa da affrontare?
«Direi quella che riguarda il web o i social, di cui i ragazzi sanno spesso molto più degli adulti. A questo è poi connesso il tema della pornografia. Infatti spesso è una questione su cui torniamo anche noi durante la visita al consultorio».

La percezione è che si sia abbassata l’età in cui si viene esposti a questo genere di immagini…
«Sì, soprattutto per i maschi. Il fenomeno è dovuto alla maggiore facilità di accesso a strumenti come gli smartphone o in generale alla rete. Gli indicatori dicono che spesso accade già prima dei dieci anni. Ed è importante far capire che quella è finzione, che sono effetti speciali come possono esserlo quelli di tanti altri film, e non la realtà».

Le famiglie come reagiscono rispetto a questo progetto?
«So che in alcuni casi viene chiesto il consenso, in altri il progetto è inserito direttamente nel Pof della scuola e quindi diventa un’attività curriculare che viene illustrata, ma non ha bisogno di consensi. Ma ci sono i dati di un’indagine realizzata dalla regione proprio sulle famiglie degli studenti coinvolti dal progetto: solo il 2,2 percento dei genitori intervistato ritiene sbagliato che il tema sia affrontato a scuola»

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