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    Categoria: società

Accoglienza richiedenti protezione, da gennaio la palla passa al Comune

Convenzione triennale per 350 posti con la prefettura che rimborserà 5,5 milioni annui. Approvata in consiglio comunale la delibera

Per l’accoglienza di stranieri richiedenti protezione internazionale e i servizi connessi, il Comune di Ravenna ha previsto la gestione di 350 posti con uno spesa di 5,5 milioni all’anno per un triennio a partire dal 2017. Sarà poi la prefettura a rimborsare interamente gli stanziamenti con fondi ministeriali. Sono i contorni della convenzione già nota tra i due enti pubblici e illustrata dall’assessore all’Immigrazione Valentina Morigi al consiglio comunale di ieri, 16 novembre: la delibera è stata poi approvata con il voto favorevole di ventidue consiglieri (gruppi di maggioranza, Cambierà e Ravenna in Comune) e contrario di tre (Lega nord e Alberghini).

«Il Comune – ha spiegato Morigi – gestirà direttamente l’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Il nostro Comune è l’unico tra quelli dell’intera provincia che ancora non gestisce direttamente la prima accoglienza. Si uniforma quindi il modello di gestione di un fenomeno rilevante, complesso e strutturale, che bisogna tentare di governare al meglio. Il numero di 350 persone è determinato sulla base degli indici di ripartizione territoriale legati al numero di residenti».

Morigi ha voluto sgombrare il campo da alcune convinzioni diffuse tra certa parte dell’opinione pubblica: «Non corrisponde affatto al vero la vulgata secondo la quale a ogni cittadino straniero richiedente protezione internazionale vengono consegnati 35 euro al giorno. Le linee di indirizzo approvate prevedono l’erogazione di un pocket money nella misura di 2,5 euro procapite al giorno fino a un massimo di 7,5 euro per ogni nucleo familiare e di una ricarica telefonica da 15 euro una volta sola, all’ingresso in struttura».

La delibera approvata definisce le linee di indirizzo per l’affidamento di tali servizi di prima accoglienza, tramite procedure ad evidenza pubblica, che garantiscano nella valutazione la prevalenza degli elementi qualitativi rispetto a quelli economici, per individuare i soggetti che se ne occuperanno materialmente. Tra i servizi che saranno affidati sono stati sottolineati l’insegnamento della lingua italiana; la mediazione linguistica e culturale; l’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio; l’accesso alla formazione e riqualificazione professionale; l’orientamento all’inserimento lavorativo, abitativo e sociale; la tutela legale e psico socio sanitaria. Inoltre il documento prevede che «si dovrà relazionare preventivamente alla competente commissione consiliare in merito alle modalità che saranno seguite per lo svolgimento delle procedure per la scelta del/i contraente/i e alle forme di controllo che saranno messe in atto sui servizi affidati; si dovrà relazionare con cadenza semestrale alla competente commissione consiliare sull’andamento dei servizi di accoglienza».

Al dibattito sono intervenuti i consiglieri: Michela Guerra (Cambierà), Samantha Gardin (Lega nord), Raffaella Sutter (Ravenna in Comune), Massimiliano Alberghini (gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Marco Maiolini (Cambierà), Giannantonio Mingozzi (Pri), Lina Taddei (Pd), Gianluca Rambelli (Sinistra per Ravenna), Daniele Perini (Ama Ravenna), Fabio Sbaraglia (Pd).

Dal gruppo Cambierà voto favorevole sia sull’ordine del giorno che sulla delibera, ritenendo positivo l’approccio dell’amministrazione e ricordando che anche nel programma elettorale di Cambierà era previsto che il Comune si facesse carico della prima accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
Il gruppo Lega Nord ha assunto una posizione contraria sia sull’ordine del giorno che sulla delibera evidenziando tra l’altro la convinzione che se il ministero non potrà coprire i costi questi ricadranno sui Comuni e che se il fenomeno è diventato strutturale la responsabilità è di una politica che ha completamente aperto le porte.
Per Ravenna in Comune voto favorevole sia all’ordine del giorno che alla delibera, definita un importante passo avanti anche se molto tardivo, vista come un primo passo per eliminare il doppio binario della prima e della seconda accoglienza (Sprar). Evidenziata però allo stesso tempo la preoccupazione che alla fine il Comune sia solo un ente subappaltante nei confronti della Prefettura.
Il gruppo Alberghini ha espresso voto contrario sia sulla delibera che sull’ordine del giorno. È stata criticata la politica nazionale dell’accoglienza e sono state avanzate perplessità non sul fatto che il Comune debba gestire una situazione così complessa ma sul fatto che sia in grado di farlo; e anche sui costi.
Il gruppo Forza Italia (il cui rappresentante non era però più presente al momento del voto) ha manifestato una posizione contraria, sia in relazione all’ordine del giorno che alla delibera, evidenziando il completamente diverso giudizio politico su un sistema che a parere del gruppo specula sull’accoglienza.
Dal gruppo Pri voto favorevole sia all’ordine del giorno che alla delibera, principalmente a partire dalla considerazione che il problema davanti al quale ci si trova è di carattere umanitario e sottolineando poi l’importanza dei controlli, aspetto sul quale le competenze della Prefettura e della Questura si devono integrare a quelle del Comune.
Per il gruppo Pd voto favorevole all’ordine del giorno e alla delibera, il cui fine ultimo è considerato quello di mettere i richiedenti protezione internazionale in grado di vivere in autonomia e non in assistenza e nella quale sono stati inseriti opportuni strumenti di controllo e verifica della gestione delle attività e dei servizi di accoglienza da parte del consiglio comunale.
Sinistra per Ravenna, a favore dell’ordine del giorno e della delibera, ha ricordato l’impegno condiviso in campagna elettorale da tutte le forze che hanno sostenuto de Pascale per arrivare alla gestione diretta dei servizi di prima accoglienza e sottolineato che l’impegno massimo dei governi centrale e locali dovrebbe essere lavorare affinché non si verifichino episodi come quelli avvenuti recentemente in altre parti dell’Emilia Romagna.