Mappatura dei centri islamici: in provincia di Ravenna sono 17

I dati dell’Osservatorio religioso del Gris In totale in Emilia Romagna sono 176, seconda regione italiana

Sono 17 i centri di culto islamico in provincia di Ravenna. Lo dice una ricerca a cura dell’Osservatorio del Gruppo di ricerca e informazione socio-regligiosa (Gris), la prima mappatura sulla diffusione dell’islam in Emilia Romagna.

Secondo i dati della polizia di Stato in Italia sono in tutto 1.250 i luoghi di culto islamico e, secondo il Gris, 176 sono in Emilia Romagna. La regione è quindi seconda, dopo la Lombardia, per il numero di centri aperti e per il numero di musulmani: sono 183mila, il 13 percento del totale degli stranieri presenti nella penisola. I dati della ricerca sono stati presentati questa mattina, 15 dicembre, a Bologna all’assemblea legislativa.

Questo il resto del panorama regionale, per provicia: Bologna ha 48 centri (14 in città e 34 in provincia), seguono Modena con 27, Reggio Emilia con 22, Ferrara con 20, Rimini e Forlì-Cesena con 12, Parma e Piacenza con 9. «Dalla ricerca – si legge nella nota diffusa dalla Regione – emerge un islam plurale, articolato secondo la provenienza dei musulmani e, conseguentemente, secondo le scuole giuridiche islamiche. Le presenze più rilevanti sono da Marocco e Albania ma il panorama è in evoluzione e pone nuove sfide. La quasi totalità dei credenti appartiene alla corrente dei sunniti».

«Il lavoro di mappatura non è stato semplice – spiega Pino Lucà Trombetta, direttore dell’Osservatorio religioso –. A causa della mancanza in Italia di una legge sulla libertà religiosa e della difficoltà di rispettare tutti i requisiti richiesti per aprire un luogo di preghiera, tutte queste realtà sono classificate come associazioni o centri culturali, che operano sulla base del principio costituzionale di non-discriminazione».

Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea, istituzione che ha patrocinato l’iniziativa di presentazione, aggiunge: «La conoscenza reciproca, l’assunzione delle rispettive responsabilità e soprattutto la trasparenza e il rispetto sono i fondamenti per contribuire a rimuovere gli ostacoli e le paure che ancora impediscono una civile convivenza tra persone di fedi diverse». Saliera ricorda poi come «compito delle istituzioni è quello di operare perché si possa costruire una società dove ogni persona ha ben chiaro che la convivenza è riconoscere agli altri la stessa dignità che vorremmo fosse riconosciuta a noi stessi».

Non sono tardate le reazioni politiche alla diffusione della ricerca. «Quanti dei 176 luoghi di culto islamici in Emilia e Romagna solo abusivi e illegali?», a chiederlo sono Jacopo Morrone, segretario della Lega Nord Romagna, e Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale leghista. «Non siamo solo perplessi, ma preoccupati dalla superficialità con cui è stato trattato questo tema in Assemblea, ente che dovrebbe garantire l’osservanza di leggi e delle norme. È infatti dallo stesso comunicato diffuso questa mattina che apprendiamo che questi sedicenti centri culturali islamici sono in realtà “centri di culto”, quando è ben noto che l’insediamento di un centro di culto è regolato da norme e regole ben precise».

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