Lo psicologo: «Un ragazzo su cinque è vittima di bullismo a scuola»

In un istituto di Ravenna il caso di un ragazzo «che ha pagato fino a duemila euro perché non venisse mostrata una sua foto»

Andrea Bilotto è psicologo ed esperto in materia di bullismo e cyberbullismo da diversi anni e conta, oltre a pubblicazioni sul tema, interventi in oltre 120 scuole lungo tutto la Penisola, incluso il Ravennate naturalmente, essendo Bilotto cervese. In particolare proprio alla fine del 2016 ha lavorato nelle scuole della città somministrando un migliaio di questionari ad altrettanti studenti per fotografare estensione e caratteristiche del fenomeno. Oltre agli incontri nelle scuole, Bilotto svolge numerosi incontri serali cercando di coinvolgere anche i genitori, come quello del 2 febbraio alle 20.30 nella sede comunale decentrata a Castiglione di Ravenna, in via Vittorio Veneto 21, e quello di martedì 7 febbraio a Cervia, nella sede di Scambiamenti, via Ippolito Nievo 2.

Esistono numeri percentuali per farci un’idea, dottor Bilotto?
«A livello nazionale sono circa il 15/18 percento le persone che nell’arco del proprio percorso scolastico sono state vittime di bullismo, nel Ravennate arriviamo a toccare anche il 20 percento, con grandi differenze in base alle scuole, il fenomeno è senza dubbio più diffuso nei professionali».

Quali sono le età più “a rischio” per i ragazzi?
«Si registrano episodi già alle scuole elementari, ma diciamo che il momento clou è rappresentato dalla scuola media, la seconda e la terza in particolare, e dal passaggio alla prima superiore. Poi, a partire dai 15 o 16 di solito assistiamo maggiormente a fenomeni di cyberbullismo».

Esiste un identikit della vittima?
«Di solito sono i ragazzi più timidi, più sensibili, che magari piangono facilmente, oppure ragazzi che hanno caratteristiche come disabilità, sovrappeso, difficoltà di linguaggio perché magari sono stranieri, o hanno idee personali diverse da quelle degli altri. Anche l’orientamento sessuale può essere un fattore discriminante, per quanto sia stato poco presente nei questionari che ho somministrato a livello locale».

E qual è il profilo del bullo?
«Si tratta spesso di ragazzi impulsivi, forti, che a volte hanno molta rabbia e aggressività. Sono spesso più grandi fisicamente, magari sono ripetenti e vivono in condizioni difficili dove loro stessi hanno subito situazioni di violenza e bullismo. In qualche modo vogliono cercare un riscatto, sono vittime di questo sistema, in qualche modo non escono da quello schema e rimettono in gioco quello che hanno subito su altri».

Ma non esistono anche i bravi ragazzi di buona famiglia che magari lo fanno per noia?
«Questo è più frequente nei fenomeni di cyberbullismo, dove ci si nasconde spesso dietro l’anonimato. Ecco, in quei casi saltano differenze sociali o di ambiente familiare e culturale, il bullo può essere chiunque. E spesso sono ragazze. Il 65 percento delle vittime di cyberbullismo sono ragazze vittime di altre ragazze che magari agiscono per invidia».

Tra i casi più gravi che le è capitato di vedere di recente a Ravenna?
«Direi un ricatto: a un ragazzo veniva chiesto di pagare per non mostrare una sua foto. Dieci, venti euro alla volta, si è arrivati a duemila euro. E nessuno dei compagni, che pure sapeva, ha parlato perché temeva di essere preso a sua volta di mira. Questo è un meccanismo molto frequente».

Che danni subisce una vittima di bullismo?
«Ho collaborato negli ultimi anni con il Centro di Salute mentale e psichiatria e ho visto bene i danni anche sul lungo termine. C’è chi abbandona la scuola, chi soffre di attacchi d’ansia, attacchi di panico o di depressione. Situazioni che con il tempo possono peggiorare. E come purtroppo sappiamo non sono mancati casi di suicidio (nessun caso noto tuttavia nel Ravennate, ndr)».

Chi dunque è o è stato vittima di bullismo dovrebbe seguire una terapia? E i bulli medesimi?
«Sono contrario in linea di massia alla farmacoterapia, mentre una psicoterapia ad esempio di tipo sistemica può sicuramente essere utile e in taluni casi necessaria».

Che cosa potrebbe o dovrebbe fare la scuola?
«Quello che vedo è che dove ci sono regole più rigide e una sorveglianza più rigorosa, questi episodi sono più rari. A volte mi pare invece di vedere addirittura docenti intimoriti dagli studenti e incapaci di far valere le regole».

E le famiglie?
«Certo, resta fondamentale la prevenzione, per questo sono sempre disponibile a incontri anche fuori delle scuole perché è importante che i ragazzi siano seguiti e ricevano una formazione anche sull’uso della rete e dei social».

Parliamo sempre di scuola, ma quanto possono essere pericolosi gli ambienti sportivi, il cosiddetto “spogliatoio”?
«Lo spogliatoio può essere pericoloso perchè c’è meno vigilanza da parte degli insegnanti e degli adulti, è forse il luogo più a rischio».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24