«Il diportista esce, vive la città. Nel nostro circolo trova servizi di ogni genere ma la ricaduta turistica non manca»
La caratteristica del porto ravennate, le due grandi dighe portuali, creano un ambiente ideale per chi naviga: in qualsiasi condizione di mare e di vento le barche sono in sicurezza. «Nessun porto dell’Adriatico e credo nemmeno del Tirreno può garantire queste condizioni», spiega Gianni Paulucci, presidente del Cvr. Al circolo ci sono 600 soci e circa 350 posti barca, tutti pieni. «Abbiamo le liste d’attesa, si entra in ordine di presentazione della domanda». In caso si debba esprimere una preferenza, però, questa va ai possessori di barca a vela: «Siamo un circolo velico, di imbarcazioni a motore ne abbiamo poche, spesso sono dei soci che per ragioni d’età si trovano davanti alla scelta: o quella, o la roulotte…».
Anche al vicino Yacht Club i 260 posti barca sono esauriti. In mare da 40 anni, il Ryc organizza – così come il Cvr – diversi eventi sportive e regate. Il vicepresidente Maurizio Guglielmo afferma che dopo una flessione, negli ultimi due anni gli appassionati hanno nuovamente riempito i pontili: «L’andamento delle barche presenti ha seguito il mercato». La ripresa, quindi, è presente sia a livello economico sia sportivo: «La cosa più bella è vedere i giovani, fino a sei-sette anni fa ce n’erano molto meno, ora c’è un ricambio generazionale». Guglielmo sfata il mito dell’appassionato di barche che non regala niente al turismo: «Il diportista esce, vive la città. Nel nostro circolo trova servizi di ogni genere ma la ricaduta turistica non manca».