Nel 2015 un motociclista perse la vita, accusa di omicidio colposo per il responsabile della ditta
Quel pomeriggio di due anni fa pioveva. Strani era in sella a una motocicletta e viaggiava in direzione di via Canalazzo quando è caduto finendo nella corsia opposta e scontrandosi contro un furgone che procedeva a velocità entro i limiti e non ha potuto evitare l’impatto (la posizione del conducente è stata infatti subito archiviata). La perizia del consulente del pubblico ministero riscontra tracce di frenata che partono prima di un avvallamento e la mancanza di adeguata segnaletica che comunicasse il pericolo per le condizioni del manto stradale.
Tra gli elementi presi in esame nell’udienza preliminare ci sono anche due segnalazioni inviate da cittadini al Comune tramite l’apposito servizio online, una il 13 aprile e una poche ore dopo l’incidente, indicando le condizioni scadenti di via Naviglio. Ma al 13 di aprile risale anche l’ultimo intervento di manutenzione al tratto di strada dell’incidente. Insomma, poco più di un mese prima erano intervenuti i tecnici eppure la condizione della strada per il perito dell’accusa non era in condizioni ottimali.
La difesa di Errani (avvocato Ermanno Cicognani) sostiene che manchi la certezza per attribuire alle condizioni della strada la causa della perdita di controllo del motociclista e secondo la consulenza di parte la sbandata sarebbe iniziata in un punto in cui le condizioni del fondo erano ancora buone.
Che la condizione della strada non fosse impeccabile lo dimostrò in maniera esplicita anche una circostanza particolare: un paio di giorni dopo il dramma venne stesa una toppa di asfalto sopra una buca in quel tratto. Questo non significa che la buca sia causa della caduta. Verrà stabilito in aula. Dove in buona sostanza si andrà a discutere se l’omissione per l’imputato fu quella di non svolgere una manutenzione efficace o solamente quella di non aver posizionato una segnaletica in tempo.