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    Categoria: società

Ripartita la caccia: quasi 4mila doppiette in meno rispetto al Duemila

I dati in provincia di Ravenna, la seconda in regione dopo Forlì-Cesena come incidenza dei cacciatori

Calano le doppiette a Ravenna e in tutte la Romagna, anche se il numero dei cacciatori rimane uno dei più alti in tutta la regione. La passione venatoria è dura a morire ma il numero dei cacciatori è passato in sedici anni da 8.779 a 5.132. Oltre tremila tesserini in meno quelli rilasciati nella provincia ravennate che negli ultimi quattro anni ha perso mille cacciatori, circa 260 invece negli ultimi 12 mesi. Ravenna è la terza per numero di cacciatori dopo Bologna e Forlì-Cesena. Interessante però incrociare il dato dei cacciatori con quello della popolazione: Ravenna risulta avere la seconda incidenza più alta di doppiette.

L’1,3 per cento dei cittadini ha la passione per la caccia, seconda solo a Forlì-Cesena dove la percentuale arriva all’1,62. A chiudere il quadro della Romagna c’è Rimini: uno per cento. In Emilia, il dato più alto è quello di Parma e Piacenza (0,87). In tutta la regione oggi i cacciatori sono 36.177, lo 0,8 per cento del totale della popolazione.

La flessione è dovuta una serie di fattori: prima di tutto l’aumento dei divieti e dei costi di una passione che – anche questo ha inciso molto nella diminuzione dei cacciatori – viene ormai vista con ostilità da una certa parte della popolazione. La grande incidenza dei cacciatori fa sì che, soprattutto in Romagna, le loro istanze siano piuttosto ascoltate. La Regione aveva preso in considerazione la possibilità di uno slittamento dell’apertura della caccia a causa della siccità che aveva messo in difficoltà gli animali, come certificato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Ci hanno però pensato le piogge di fine agosto a togliere dall’imbarazzo la giunta. La caccia si è così aperta regolarmente il 17 settembre. Il calendario venatorio detta i tempi di prelievo delle varie specie animali, fissando anche il numero massimo di capi che si possono uccidere per giornata e per cacciatore.