La psicologa tra i banchi: «I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati»

Da due anni la psicoterapeuta Susanna Bolognesi lavora allo sportello di consulenza dell’Itis Baldini di Ravenna: «Hanno competenze cognitive fortissime ma tante fragilità»

WhatsApp Image 2018 02 10 At 07.22.51Sempre più diffusi all’interno delle scuole come supporto agli studenti, ai docenti e ai genitori sono gli sportelli di consulenza psicologica. All’Itis Baldini di Ravenna da due anni lavora Susanna Bolognesi, psicologa psicoterapeuta, che ci racconta questa esperienza. «All’inizio mi aspettavo che i ragazzi arrivassero soprattutto su consiglio dei docenti di riferimento, invece ben presto ho dovuto aumentare le ore perché attraverso il passaparola hanno iniziato a venire in tanti, in modo del tutto spontaneo».

Bolognesi, ci spiega, riceve quattro ore alla settimana e per poter rispondere a più richieste possibili organizza incontri di una quarantina di minuti. «Vengono soprattutto ragazzi di quarta e quinta e il tema di cui parliamo più spesso è la relazione con gli adulti, i genitori e gli insegnanti. Ci sono situazioni problematiche, ma nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzi che hanno bisogno soprattutto di essere ascoltati e di dare un nome a ciò che provano, hanno bisogno di incontrare e riconoscere le proprie fragilità. Io cerco di offrire loro qualche strumento, qualche chiave di lettura di se stessi».

Naturalmente un servizio simile non può proporre una psicoterapia. «Si tratta di una consulenza che di solito si esaurisce in pochi incontri, ma in molti casi è proprio ciò di cui hanno bisogno, sono ragazzi dalle competenze cognitive fortissime, meno preparati sul piano emozionale. Quando invece ravviso casi più gravi, consiglio di rivolgersi a un servizio strutturato che possa prenderli in carico, ma, come dicevo, è capitato molto raramente».

Più frequente è invece che Bolognesi incontri anche i famigliari o gli insegnanti del ragazzo se ne ravvisa l’utilità. «È sempre qualcosa di cui prima parlo con lo studente, la sua privacy è fondamentale e concordiamo insieme ciò che è opportuno che io riferisca di quanto mi ha detto. Finora nessuno mi ha mai detto di no, si sono fidati e sono stati momenti importanti e credo molto utili».

Di droga si parla mai? «Sì, c’è chi fuma spinelli o beve un po’ troppo soprattutto per stordirsi e non pensare, usano le sostanze come antistress». E il tanto temuto fenomeno del cyberbullismo? «È un tema su cui c’è grande attenzione da parte di tutti nella scuola ed è sicuramente una questione seria, ma prima di etichettare un episodio è bene conoscerlo a fondo. Mi è capitato di occuparmi di un paio di casi di apparente cyberbullismo che a ben vedere erano altro e si sono risolti positivamente». Bolognesi parla di un’esperienza professionale arricchente ed entusiasmante. «Quando i ragazzi chiudono la porta dello spazio in cui li ricevo, si apre un mondo, non vedono l’ora di parlare ed è come una fiume in piena. Credo possa essere importante anche come lavoro di prevenzione».

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