La scienziata che insegna yoga: «È un cammino di profondità e consapevolezza»

Per Serena Fagnocchi, fisica teorica e ricercatrice universitaria con un passato di impegno politico, non c’è contrapposizione tra scienza e la pratica

Serena FagnocchiFisica teorica, ricercatrice universitaria e con un passato di impegno politico alle spalle, Serena Fagnocchi da qualche tempo impartisce lezioni di yoga. Una pratica che secondo lei non è in contrapposizione in alcun modo con il lavoro appunto dello scienziato.

Ma come ci finisce un fisico teorico a insegnare yoga? «Per troppo tempo – ci racconta – ho abitato solo la mia mente, trascurando le altre parti del mio essere, corpo, respiro ed emozioni. Lo yoga è stato lo strumento che mi è servito per imparare i linguaggi che avevo perduto delle parti di me di cui sono composta, e integrarli tra loro. Ci sono finita integrando e non rinnegando: come disse Jung “Lo yoga è la più antica indagine che l’uomo abbia mai svolto sul corpo e sulla mente”. È un cammino di profondità, di consapevolezza, di rimozione di credenze rassicuranti ma sbagliate. Qualcosa di molto simile al lavoro del ricercatore scientifico».

In base quindi alla propria esperienza personale, lo consiglierebbe anche a chi sta vivendo un momento particolarmente difficile? «Certamente, anche se credo nella sinergia dei saperi e delle conoscenze. Yoga significa unione, e unire una pratica di consapevolezza con strumenti provenienti da altre culture (psicoterapia o approccio farmacologico laddove necessari) a mio parere offre l’approccio migliore per aiutare la persona a riallinearsi. Attacchi di panico o di ansia sono allarmi che il nostro corpo ci lancia quando per troppo tempo lo ignoriamo o ignoriamo le nostre emozioni. Questi episodi così sgradevoli possono essere l’occasione per ripensarsi e riallinearsi, accogliendo il grido d’aiuto invece che cercare di silenziarlo. Einstein diceva: “Se continuiamo a fare le stesse cose otterremo gli stessi risultati”. Per risolvere disagi di questo tipo, o anche peggiori, occorre che iniziamo a agire diversamente. E per agire diversamente occorrono nuove mappe per interpretare cosa succede dentro e fuori di noi. Lo yoga può essere uno dei modi per trovarle».

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