Alunni e docenti a casa, bidelli e amministrativi a scuola:«Lavoratori discriminati»

La protesta di Cgil a difesa del cosiddetto personale Ata. Una bidella: «Al lavoro in una scuola fredda e vuota, la sicurezza dovrebbe essere un diritto di tutti»

Scuole chiuse? A Ravenna (e, tra gli altri comuni, Riolo Terme) in realtà no. L’ordinanza del sindaco De Pascale (a differenza per esempio di quella di Coffari a Cervia, che prevede espressamente la chiusura) prevede infatti soltanto la sospensione delle attività didattiche ed educative. A casa, quindi, restano alunni e insegnanti mentre il cosiddetto personale Ata è invece tenuto a presentarsi a scuola, tra le proteste per esempio della Cgil.

«La sospensione delle attività didattiche – spiegava ieri (mercoledì 28 febbraio) la segretaria provinciale della Flc Cgil, Marcella D’Angelo – implica per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario di svolgere il proprio regolare servizio. Si tratta di una indecifrabile difformità tra il personale della scuola, oltre che un’inutile e insopportabile ingiustizia. Oggettivamente, se le ordinanze dei sindaci nascono dalla necessità di tutelare la cittadinanza e, nello specifico, di tutelare anche la viabilità per il rischio ghiaccio, non si riesce a comprendere come mai il personale Ata sia esente da tali tutele. Considerato che l’allerta meteo prosegue anche per i prossimi giorni auspichiamo che i sindaci della nostra provincia coinvolti, qualora le condizioni atmosferiche fossero tali da impedire il normale svolgimento delle lezioni scolastiche, chiudano le scuole. Contestualmente sollecitiamo la Prefettura affinché vigili su tutte quelle ordinanze dei sindaci che sospendono semplicemente le attività didattiche invece di chiudere le scuole».

Sulla stessa linea anche il parlamentare ravennate uscente, nonché candidato di Liberi e Uguali, Giovanni Paglia, che in una nota inviata alla stampa parla di «discriminazioni tra i lavoratori della scuola».

Il caso tiene banco anche sui social network, dove la professoressa Serena Simoni, a titolo personale, ha inviato una lettera virtuale al sindaco De Pascale. «Dalla sua decisione – citiamo parte della lettera al sindaco – si deduce che i cosidetti “bidelli” siano stati selezionati sulla base del fatto che abitano tutti a due passi dalle scuole, che sono forniti di renne e di sci, di bobcat e forse di snowboard. Si deduce inoltre che il lavoro degli Ata è essenziale quanto quello di medici, vigili del fuoco e polizia, anche a scuole vuote». Tra i commenti anche quello di una “Ata”: «Insieme alle colleghe sono andata a lavorare ieri (martedì, ndr) in una scuola vuota e fredda. La sicurezza dovrebbe essere un diritto di tutti o è riservato solo ai bambini e docenti?».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24