
Un elmo di bronzo del tipo “di Negau”, di epoca etrusca, il reperto più importante del museo didattico del territorio di San Pietro in Campiano, è stato come previsto rimosso per essere trasferito nel nuovo museo archeologico di Classe, la cui inaugurazione è prevista nel prossimo autunno.
Un caso che ha animato in questi giorni anche il dibattito politico, con Sinistra per Ravenna che è stata la prima a sollevare la questione, chiedendo lumi all’Amministrazione, seguita poi da Ravenna in Comune e La Pigna, tutti (responsabile del museo, insegnanti, comitato dei genitori e semplici cittadini di San Pietro in Campiano, a quanto pare, compresi) contro l’autorizzazione della Soprintendenza al trasferimento.
A intervenire è stato anche Giuseppe Sassatelli, il presidente della fondazione Ravennantica, che gestisce il sito di Campiano («un centro didattico più che un vero e proprio museo») e gestirà il nuovo museo di Classe. «Non è il singolo reperto che fa la storia, ma un insieme di reperti e di materiali – ha scritto in una nota – e per dare più valore a un singolo reperto bisogna esporlo insieme ad altri con l’obiettivo di ricostruire la storia del nostro territorio e delle singole comunità che lo popolano. Ed è sacrosanto che questo avvenga all’interno di un Museo, a Classe, che sarà il Museo della città e del territorio, all’interno del quale si scriverà, attraverso materiali archeologici che provengono dalle diverse comunità che lo hanno costituito e che lo costituiscono tuttora, proprio questa storia». Parole condivise in una lettera (la si può leggere cliccando qui) anche dall’assessore alla Cultura Elsa Signorino. Ma che non hanno convinto i contestatori, tanto che La Pigna ha fatto partire una petizione (per informazioni redazionelapigna@gmail.com) che chiede di riportare l’elmo a San Pietro in Campiano «e stiamo chiedendo una seduta della commissione cultura per chiedere che Ravennantica rinunci all’elmo e lo riporti nel museo che l’ha sempre custodito».