L’appello di Ancisi: «Non abbattete il Baretto provvisorio»

Dopo undici anni il locale tornerà sul molo affacciato sull’acqua e l’edificio vicino davanti al parcheggio in cui è stato negli ultimi anni dovrebbe essere demolito. Il consigliere comunale propone di salvaro per «interessi pubblici»

Baretto Provvisorio Assurdamente Da Demolire«Ora che il Baretto tornerà sul molo a Marina di Ravenna in una nuova struttura, non abbattete l’edificio che l’ha ospitato in via provvisoria negli ultimi anni». È l’appello lanciato da Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr. Il decano dell’opposizione chiede con urgenza al sindaco di attivare i propri uffici, «affinché, d’intesa con l’Autorità portuale e con la proprietà privata interessata, sia evitato l’abbattimento del Baretto provvisorio esistente nel parcheggio di via Molo Dalmazia, acquisendolo a bene pubblico per usi di interesse generale».

È notizia dei giorni scorsi che nelle prossime settimane, forse già a marzo, il Baretto riaprirà i battenti sul molo dove si trovava undici anni fa quando venne abbattuto per i lavori di consolidamento del molo stesso. L’abbattimento prevedeva il ritorno in quel luogo. La burocrazia e la crisi hanno allungato i tempi ma ora è tutto pronto. L’estate scorsa, il gestore del Baretto aveva chiesto all’Autorità Portuale che il manufatto occupato negli ultimi anni fosse mantenuto per attività di valore non già solo economico, ma sociale e culturale. «Il servizio Edilizia del Comune di Ravenna, richiesto di un parere, aveva risposto che “una volta installato e dichiarato agibile il nuovo Baretto posto sul molo, la struttura precaria che lo ha temporaneamente sostituito dovrà essere rimossa, diversamente sarà da considerarsi costruzione abusiva”. Riconosco onestamente, avendo rapidamente esaminato gli atti del Comune e dell’Autorità Portuale, che il servizio Edilizia non può, a norma del Regolamento Urbanistico Edilizio comunale, dura lex sed lex, dire diversamente».

Ma Ancisi propone una via d’uscita per salvare capra e cavoli: «L’eventuale alternativa alla demolizione del manufatto è la sua acquisizione a bene pubblico. Mi spingo soltanto ad indicare grossolanamente le seguenti piste, di cui possibilmente tener conto: l’acquisizione dallo Stato come prevede la licenza dell’Autorità Portuale alla scadenza della concessione; un’opera oggetto di obbligatoria demolizione può esserne esentata qualora una deliberazione del consiglio comunale dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e se così fosse Lista per Ravenna dichiara fin d’ora il proprio voto favorevole». Tutto questo perché, conclude Ancisi, «essendo utilizzabile per molte attività di interesse pubblico, nessuno si spiega perché debba essere, con grave spreco, abbattuto».

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