
Di “responsabilità sociale di impresa” si parla da qualche anno e nonostante la crisi qualche passo avanti si sta facendo anche da queste parti. La prima cartina di tornasole è l’aumento ogni anno delle aziende che aderiscono all’invito del Comune di Ravenna “Adotta un progetto sociale, diventa un’a- zienda solidale”.
«L’idea nacque ormai otto anni fa – racconta Massimo Cameliani, assessore alle Attività produttive a Palazzo Merlato, oggi come allora – insieme a Giovanna Piaia (allora assessora ai Servizi sociali e Volontariato, ndr) e devo dire che ha funzionato. Ce lo inventammo di sana pianta perchè in giro non esisteva nulla di simile. È stato un modo per coinvolgere le imprese in una logica di responsabilità diffusa». Il meccanismo di fondo è semplice: ogni anno entro settembre le onlus e associazioni di volontariato possono presentare uno o più progetti di carattere sociale in vari ambiti, dalla salute alla disabilità, dai diritti degli animali all’infanzia, che vengono poi comunicati alle aziende che hanno deciso di aderire perché possano scegliere se e quale sponsorizzare. «Abbiamo consigliato anche alle associazioni come redigere i progetti, in modo sintetico e accattivante, e soprattutto abbiamo suggerito, e questo si è rivelato essenziale, di sviluppare progetti piccoli, con cifre modeste ed eventualmente modulare quelli più corposi. Questo perché ci rivolgiamo ad aziende del territorio, in gran parte piccole e medie imprese che non possono pensare a investimenti più consistenti. Certo, resta molto da fare, ma non possiamo che essere soddisfatti perché le aziende continuano a crescere e spesso si instaura un rapporto con le associazioni di cui vengono scelti i progetti».
In tutto sono stati 44 nel 2018, per l’ottava edizione, per una cifra complessiva di 64mila euro e 25 donatori, quasi tutte aziende, che hanno partecipato. Un dato appunto in crescita rispetto ai 40mila euro del 2017 che avevano sostenuto 23 progetti. «Bisogna anche tenere in considerazione – dice Cameliani – che non sono coinvolte le Fondazioni bancarie e che a Ravenna tante aziende già versano e contribuiscono a importanti manifestazione culturali».
Complessivamente, sono stati 335mila euro i soldi donati attraverso questo meccanismo in questi anni, che pure sono stati anche anni di forte crisi economica. E il tutto con i benefici di legge per le aziende in termini di deduzioni e a costo zero per il Comune, fatto salvo per il lavoro svolto internamente dagli uffici di contatto e rapporto con aziende e imprese. «Abbiamo provato anche tra-
mite le associazioni di categoria, ma abbiamo visto che dà più risultato il contatto diretto. Diciamo che questo progetto è un di più, il Comune naturalmente spende moltissimo sul sociale per ciò che lo riguarda, questi sono piccoli progetti che altrimenti non potrebbero essere realizzati».
Ma allora, perché c’è bisogno di Palazzo Merlato? L’idea nacque proprio su sollecitazione anche delle onlus che avevano difficoltà a entrare in contatto con possibili finanziatori. Ora il Comune fa un po’da garante, vaglia i progetti (per esempio perché non abbiano contenuti discriminatori, ma a oggi non ne è mai stato escluso nessuno e a sceglierli sono comunque le singole aziende) e le caratteristiche di chi fa domanda (non può naturalmente essere un soggetto che fa impresa). A questo punto li sottopone alle aziende che sono libere di scegliere quello che vogliono sostenere. Un meccanismo appunto semplice in cui Cameliani crede molto. «Ne parlo sempre con le aziende che mi capita di incontrare e la cosa interessa. Sono stato molto felice per esempio che la multinazione cinese Cmit-Europe che è appena arrivata a Ravenna abbia deciso di devolvere ben 10mila euro».
Differenze tra chi dona più o meno, tra cooperative e srl o spa? «Direi di no, abbiamo grosse cooperative del territorio che partecipano, ma soprattutto aziende private, oltre a qualche partecipata del Comune. La buona notizia è che una volta che iniziano, poi non smettono se non, come la Cmc, per problemi economici».
Intanto a oggi non tutti i progetti riescono a essere finanziati, l’anno scorso per esempio ne sono stati esclusi tredici tra quelli presentati per mancanza di risorse. C’è dunque solo da augurarsi che, si- tuazione economica permettendo, il trend delle aziende solidali continui a crescere.
Tutti i benefattori del 2018
I donatori dell’ultima edizione sono stati Andrea Frontali in memoria della moglie Sonia Brusi (la prima volta di un privato cittadino), Banca Credito Cooperativo (l’unica banca), Bunge, Caviro, Cmit-Europe Ltd, Collegamenti 3.0, Concessionaria Ghetti, Consar, Cral Comune di Ravenna, Deco, Ferrari Srl, Immobiliare Simone, Pet Village, Profumerie Sabbioni, Progra, Quality Test, Romagna Acque, Rosetti Marino, Safari Ravenna, Sapir, Se.Fa, Start Romagna, Tozzi Green Spa, Traghetti & Crociere, Circolo Velico Ravennate.