«Mia madre 71enne ricoverata dopo 30 ore di attesa in ospedale a Ravenna»

L’anziana, da tre mesi in sedia a rotelle, è entrata per alcune analisi. La richiesta di ulteriori accertamenti ha portato ad un ping pong tra i reparti concluso scolo il pomeriggio successivo. La denuncia di Lista per Ravenna

Ospedale Corsia 680x365 CTrenta ore di attesa per un ricovero. Questa è l’odissea che Alvaro Ancisi (LpRa) denuncia raccogliendo la segnalazione di una persona che aveva portato, lo scorso 7 giugno, la madre all’ospedale. La donna – 71enne e da tre mesi costretta su una sedia a rotelle – aveva in mano una richiesta urgente di visita specialistica per una contaminazione da stafilococco. Visita effettuata alle 11.30 dopo la quale la dottoressa ha mandato la signora a fare altri esami al pronto soccorso. «Veniamo accolti al pronto soccorso alle 12:47 con codice verde. L’odissea comincia da quest’ora», racconta il figlio.

«Mia madre viene rimbalzata da lì a vari reparti, da cui viene sempre rispedita indietro per mancanza di posti letto. Un ping pong che si conclude solo sabato pomeriggio alle 18,30 circa, quando finalmente si libera un letto nel reparto malattie infettive, dove mia madre viene ricoverata 30 ore dopo l’arrivo in ospedale. Per tutto questo tempo, una paziente ultrasettantenne, non in grado di deambulare e che non dovrebbe essere sottoposta a stress fisico o psichico per via di un intervento chirurgico subìto circa tre settimane prima, è rimasta depositata, immobile, su una barella, senza mangiare (perché doveva fare la Tac) e senza l’offerta di un bicchier d’acqua. Il tempo passato non è servito neppure perché fossero effettuata la Tac e l’analisi microcolturale richieste da vari medici».

Il figlio della paziente non punta però il dito contro il personale: «Non pretendo certo di ricevere le scuse da parte dell’Ausl o da chi prende le decisioni in Regione, ma le scuse dovrebbero essere rivolte soprattutto al personale ospedaliero: medici, infermieri, operatori socio-sanitari che quotidianamente lavorano in condizioni organizzative e strutturali pessime. Non so di preciso cosa sia successo, ma sicuramente il livello del servizio sanitario è ad oggi in condizioni pietose. Penso che non sia più il momento di infilare la testa sotto la sabbia, ma quello di chiamare le cose con il loro nome: malfunzionamenti di un sistema destinato inevitabilmente al collasso».

Lista per Ravenna è in attesa di una risposta sul tema sanitario per un’interrogazione presentata lo scorso 5 aprile: «Oggi – dice Ancisi – avanzo questa sola domanda: come valuta, oltre il limite del fatto particolare, il caso estremo qui sopra esposto, affinché non succeda mai più a nessun altro»

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