Le temperature sotto i venti gradi permettono tranquillità dal punto di vista sanitario. Dal 7 novembre si può tornare a sparare nella zona che era stata inibita all’attività venatoria
«Dal punto di vista della gestione idrica, la fornitura in via eccezionale di acque dal fiume Reno ha consentito un innalzamento del livello della valle con conseguente presumibile contributo al miglioramento dell’evoluzione epizootica a seguito della diluizione degli agenti di propagazione». In altre parole la situazione delle acque è migliorata e, come richiesto da più soggetti ed enti (Regione compresa), il Parco ha revocato il suo provvedimento.
«Se le azioni intraprese di comune accordo tra tutti gli enti, tra cui l’immissione di abbondante acqua pulita nella Valle, hanno permesso di superare la fase critica dell’epidemia, il livello di vigilanza rimarrà comunque alto nei prossimi mesi, e l’area verrà costantemente monitorata al fine di scongiurare recrudescenze del fenomeno». Il via libera alla riapertura, come suggerito dall’Ispra, è arrivato dopo una settimana di temperature massime al di sotto dei venti gradi. Una condizione ritenuta sufficiente «a inibire lo sviluppo larvale degli insetti su carcasse o altro materiale biologico presente in loco». Sono infatti queste larve il vettore principale per la dispersione della tossina botulinica. Dal 7 novembre sarà dunque possibile cacciare tutte le specie previste dal calendario venatorio nelle aree pre-parco.