Saranno un centinaio i posti all’Umberto I, da utilizzare una volta esauriti quelli di Ravenna. Le richieste del sindacato
Come ormai noto, l’ospedale di Lugo è deputato in Romagna, insieme a quello di Riccione, a essere dedicato esclusivamente ai casi accertati di Covid-19. Ed è lo spunto per la Fp Cgil e la Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn dell’Ausl Romagna a chiedere un numero adeguato di risorse umane e tecnologiche.
Il nuovo allestimento dell’ospedale Umberto I di Lugo sarà pronto all’inizio della prossima settimana e riguarderà la palazzina di Medicina interna, che può contare su un centinaio di posti letto, oltre ai sei di rianimazione, e su un’entrata autonoma. Ad annunciarlo è il direttore sanitario dell’ospedale di Ravenna, Paolo Tarlazzi, intervistato dal Carlino in edicola oggi, 14 marzo.
Tarlazzi spiega anche che l’ospedale di Lugo diventerà “Covid-19” solo una volta che sarà saturo quello di Ravenna, dove sono a disposizione per l’emergenza 12 posti nel reparto di Rianimazione, 19 in Pneumologia e 20 in Malattie Infettive, che in queste ore si sta completando. Per questo si stanno attrezzando posti per i pazienti contagiati anche in Chirurgia, per un totale di circa 100 posti letto.
Tarlazzi tranquillizza anche i cittadini lughesi sul fatto che saranno garantite anche le altre urgenze, mentre rivela che sono «pochi, meno di dieci» i casi positivi al coronavirus tra medici e infermieri della provincia di Ravenna.
La Cgil, intanto, continua a chiedere di «investire di più sui servizi sanitari e sugli operatori, che vengono definiti «in affanno».
«È necessario – continua la nota della Cgil – impegnare tutte le nostre risorse per sostenere i servizi e i professionisti sanitari che sono in prima linea per garantire la salute della cittadinanza». Per il sindacato, «servono subito medici e infermieri, così come una maggiore distribuzione dei dispositivi di protezione individuale. Serve una maggiore integrazione tra la medicina generale e quella ospedaliera per garantire una migliore presa in carico e gestione dei pazienti più fragili che necessitano di un’assistenza continua domiciliare e ospedaliera. I Pronto Soccorso, le Unità operative degli ospedali e del territorio, i servizi di prevenzione sono in prima linea ad affrontare l’emergenza, con immani sacrifici da parte degli operatori sanitari e tecnici. Sono all’ordine del giorno i contatti al sindacato per chiedere specifiche, per avere tutele nel lavoro».
All’Azienda Ausl della Romagna «chiediamo in particolare risposte in tempi rapidi – conclude la Cgil –, potenziamento delle dotazioni di personale e un rifornimento costante e capillare di dispositivi di protezione individuali adatti a fronteggiare la nota emergenza, sapendo che il problema del reperimento dei Dpi idonei è un problema di carattere nazionale, che andrebbe trattato soprattutto in termini di produzione nazionale».