La regista a Hong Kong, dove il lockdown non esiste: «Bastano mascherine e distanza»

La ravennate Nicole Garbellini ha una compagnia teatrale nella città cinese da 7,5 milioni di abitanti dove secondo i numeri ufficiali il coronavirus finora ha fatto solo 4 morti. Scuole chiuse, al ristorante al in 4 e distanziati: «La pandemia ha fermato le proteste contro la governatrice Carrie Lam ma riprenderanno»

Street In Hong Kong During The COVID 19 Pandemic

Le strade di Hong Kong

Con i suoi 6.500 abitanti per kmq, Hong Kong è al quarto posto nel mondo per densità di popolazione e al 20 aprile è arrivata a 1.030 casi di coronavirus (erano 149 un mese prima) e solo quattro morti, senza mai introdurre una serrata totale prolungata come quella che stiamo vivendo in Italia. Un paragone con la Lombardia: 422 residenti per kmq con 12mila decessi e 68mila positività. Per avere una testimonianza dalla regione amministrativa speciale della Cina, distante 900 km da Wuhan dove tutto cominciò, abbiamo raggiunto al telefono una ravennate che vive là da 15 anni. (a fine gennaio avevamo parlato con un altro ravennate nella stessa città).

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Nicole Garbellini

La 39enne Nicole Garbellini è un’attrice e regista teatrale, che ha fondato la compagnia Aurora Theatre nella città asiatica, e ci descrive così la quotidianità hongkonghese: «Tutti hanno la mascherina e l’avevano per abitudine già da prima del coronavirus, quando stanno poco bene restano a casa, spesso si lavano le mani o usano i gel disinfettanti, al ristorante sono permesse al massimo 4 persone per tavolo e distanziate, all’ingresso di molti luoghi pubblici viene misurata la temperatura corporea, a tutti viene consigliato di lavorare da casa più possibile e mantenere le distanze». Questo è bastato per contenere il contagio: «Personalmente non conosco nessuno che si sia ammalato». Il distanziamento sociale è richiesto fino all’inizio di maggio.

I media internazionali descrivono così come si è organizzata Hk. I medici possono ordinare tamponi per i pazienti sospetti basandosi esclusivamente sulle proprie valutazioni cliniche e la campagna di test è stata massiccia. I positivi sono ricoverati indipendentemente dalla gravità dei sintomi per evitare contagi familiari. I contatti ravvicinati degli infetti devono restare in quarantena domiciliare per due settimane e devono indossare un braccialetto elettronico collegato allo smartphone che fornisce informazioni sui propri movimenti. Lavorare da casa più possibile.

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Seduta al centro Nicole Garbellini: dal 2005 l’attrice e regista ravennate vive a Hong Kong dove ha fondato la compagnia teatrale Aurora Theatre. Nella foto con il cast di “Mussolini’s Mistresses”

Gli unici spazi chiusi sono le scuole che non hanno riaperto dopo il capodanno cinese e i centri sportivi che sono di proprietà dello Stato. «Un lockdown completo non c’è mai stato e penso che non ci sarà. Qualche attività ha chiuso comunque perché circolano meno persone. Adesso qualcuno sta avendo paura perché c’è stato un incremento di casi recente dovuto probabilmente a persone arrivate da fuori». E si è acceso qualche risentimento verso gli occidentali: «Sono quelli che mettono meno la mascherina perché non è nella nostra cultura e vengono visti male».

Finora Nicole non ha modificato la sua attività sul palcoscenico: «A inizio marzo avevamo uno spettacolo in programma e siamo riusciti a farlo perché era in un periodo in cui avevano allentato ogni restrizione». È stato invece necessario rivedere l’altra attività parallela fatta di lezioni di teatro e workshop con le scuole e con gli adulti: «Non c’è stato altro da fare che passare alle lezioni via computer. È stato stimolante dal punto di vista professionale perché non avrei mai immaginato che il teatro si potesse fare anche tramite uno schermo e invece ci riusciamo. Certo, abbiamo dovuto fare degli aggiustamenti ma usando una app come Zoom riusciamo a fare molte cose. Privilegiamo i monologhi ma anche i dialoghi si riescono a fare».

Unnamed

Lo skyline di Hong Kong

Gli echi delle notizie dall’Italia e dall’Europa hanno portato l’artista a modificare la sua routine: «Sono a Hong Kong e la vivo alla hongkonghese: protezioni, Amuchina, mascherina, distanza. Però nel weekend sono andata al ristorante».

Il Sars-Cov-2 ha avuto la forza di bloccare il clima di contestazioni popolari contro l’esecutivo di Carrie Lam: «La gente non è più in piazza perché c’è la paura del virus ma credo che le protesta siano solo sospese e non cancellate. Di recente la governatrice ha anche ricevuto un aumento di remunerazione da Pechino che in un altro momento avrebbe certamente scatenato violente manifestazioni. Io credo che appena passerà la tensione per la Covid i manifestanti torneranno in strada».

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