«Troppi buchi nella rete delle piste ciclabili di Ravenna. Sfruttare di più i fiumi»

Il presidente Fiab: «Mancano ancora collegamenti urgenti in città e nel forese. L’esempio da seguire è quello di Cervia»

Pista Ciclabile 600x400Spesso quando si parla di Ravenna e bici si snocciolano i numeri dei chilometri (oltre 100 nel territorio comunale) di piste ciclabili disponibili. Ma è davvero una città per ciclisti? «La rete ce l’ha, molti tratti sono anche fatti bene, ma ci sono troppi buchi tra uno e l’altro. E così la gente non è stimolata a muoversi davvero in bicicletta per le incombenze di tutti i giorni. La rete andrebbe affinata, o meglio, come diciamo noi, “magliata”».

A parlare è Andrea Navacchia, presidente della Fiab Ravenna, il comitato locale della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. «Ci occupiamo del mezzo bici a 360 gradi – spiega -, dal turista a chi la usa per muoversi per lavoro, da chi fa sport alle famiglie con bambini. Cerchiamo di proporre sempre soluzioni fattibili, non utopistiche, consapevoli che esistono anche le auto».

I principali problemi della rete ciclabile di Ravenna città? «I primi due che mi vengono in mente sono il nodo di via Maggiore, che continua a essere una nota dolente per i ciclisti, essendo peraltro una strada con così tanti negozi, attività, scuole. E, adesso che è stato inaugurato il nuovo ponte Teodorico con tanto di pista ciclabile, crediamo sia urgente mettere in sicurezza l’incrocio tra via di Roma e via Sant’Alberto fino all rotonda dei Goti».

Fiab ha predisposto una vera e propria mappa della “rete ciclabile dei sogni”, ad anelli, come piccole circonvallazioni, raccogliendo le segnalazioni dei ciclisti «che sono fortunatamente sempre tante, ognuno ha le proprie esigenze. Quello su cui insistiamo, però, è di non concentrarsi troppo sui “pezzetti”, invitando le amministrazioni a ragionare sempre in un’ottica di rete ampia. Per fare un esempio, per noi il nuovo intervento su via San Mama, che salutiamo con soddisfazione, è da intendere anche come un modo per avvicinarci a Forlì…».

Ma ancor prima di Forlì, quello che manca spesso è il collegamento con le periferie. «Proprio per questo motivo – continua Navacchia – abbiamo raccolto tante petizioni, con successo, dall’ultima per il collegamento con San Michele, che sarebbe propedeutico anche per la ciclabile Bologna-Ravenna sbandierata anche dal Governatore Bonaccini, fino a problemi ancora irrisolti di collegamento con Fosso Ghiaia (inserito però nel piano triennale degli investimenti del Comune, ndr), Porto Corsini, Madonna dell’Albero (bloccata dalla burocrazia, ndr)».

Altro tema, spesso sottovalutato, è quello della manutenzione delle piste ciclabili, soprattutto quelle della circonvallazione di Ravenna, danneggiate dalle radici e in alcuni punti quasi inaffrontabili. «Purtroppo veniamo da un’idea della bicicletta molto semplicistica – continua il responsabile Fiab -, ma si tratta di un mezzo di mobilità e come tale ha bisogno di infrastrutture. Questo banale concetto ancora non è passato completamente. Tanto che ci guardano strano quando chiediamo una riga per dividere i due sensi di marcia della ciclabile per Punta Marina, che in diversi tratti è buia e potenzialmente pericolosa. Il concetto che deve arrivare ai politici è che le buche, tanto per intenderci, vanno tappate anche nelle piste ciclabili, non solo nella parte “autostradale”».

E fuori da Ravenna? Com’è la situazione in provincia? «Cervia – risponde Navacchia – è un Comune senza dubbio da prendere ad esempio. Sta investendo molto nella mobilità ciclistica, a scopo turistico in particolare. Per quanto riguarda il resto della provincia noi cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni a fare rete con le infrastrutture esistenti e non solo a pensare ai centro metri di ciclabile fino al supermercato. E a sfruttare sempre più gli argini dei fiumi. Il problema in questo caso è spesso la concessione, e quindi la conseguente manutenzione, che non è comunale, essendo dei manufatti idraulici che hanno legislazioni specifiche, di competenza regionale. Sui Fiumi Uniti, presi d’assalto da tante persone in questi mesi, di fatto sarebbe vietato pedalare. L’appello è che il sindaco Michele de Pascale, in quanto anche presidente della Provincia, possa cercare di sbloccare la situazione. Se pensiamo al Lamone, per esempio, si potrebbe sfruttrare per un percorso dantesco Firenze-Ravenna»

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