È stato assolto dall’accusa di omicidio colposo per la morte di un collega in un incidente sul lavoro, ma ora è costretto a lanciare una raccolta fondi online per riuscire a pagare i circa 20mila euro che sono serviti per difendersi in un processo durato tre anni. È la storia di Nicola Fronte, 38enne originario di Bagnacavallo che ora vive a Faenza, unico imputato e unico testimone per la morte del 37enne Emiliano Orlandi all’Unigrà di Conselice nel 2020.
Negli scorsi giorni, trascorsi i tempi tecnici per eventuali opposizioni, la sentenza è diventata definitiva. L’assoluzione è arrivata perché il fatto non sussiste. Al termine delle indagini e degli accertamenti che hanno interessato anche i movimenti registrati dalle scatole nere dei macchinari, era stata la stessa procura a chiedere in aula il proscioglimento dell’imputato con formula piena. In prima battuta, erano stati indagati anche i vertici aziendali, l’amministratore delegato di Unigrà e il direttore dello stabilimento, posizioni poi archiviate a seguito di un risarcimento in denaro alla famiglia della vittima.
Orlandi è morto nel tentativo di ripristinare un macchinario all’interno del reparto di frazionamento degli olii alimentari, aprendo manualmente le porte del serbatoio inceppato. Il collega Fronte, con un carrello elevatore, aveva alzato una pedana di legno a sufficienza per permettere a Orlandi di infilarsi all’interno della vasca, dentro la quale sarebbe poi rimasto schiacciato a causa dell’improvvisa ripartenza del macchinario. Fronte, secondo la tesi difensiva poi accolta dalla procura, si era solo prestato ad aiutare un collega, su sua richiesta, facendolo salire sul macchinario con un muletto.
«Emiliano era un amico prima che un collega – ci dice Fronte al telefono –. La parte peggiore di tutta la vicenda è che non ho avuto nemmeno tempo di stare male e elaborare il lutto. Mancavano pochi mesi al giorno del mio matrimonio e stavamo organizzando insieme il mio addio al celibato. Ovviamente non festeggiato senza di lui. E durante le nozze il clima non era davvero di festa. Ma nel frattempo dovevo pensare a difendermi, non tanto in tribunale, dove la mia innocenza era risultata chiara fin dai primi riscontri, quanto dagli sguardi di sospetto e giudizio delle persone».
La vittoria legale però non basta per restituire a Fronte – difeso dall’avvocato Francesco Barone di Lugo – la normalità della propria vita. Le spese legali sostenute nei tre anni di processo, cui si sono sommati i danni subiti durante l’alluvione di marzo che ha portato via all’uomo le due autovetture di famiglia e parte della propria abitazione, lo hanno lasciato impossibilitato a risarcire prestiti e finanziamenti.
«Credevo che avendo avuto la piena assoluzione sarei stato risarcito delle spese legali al termine del processo – racconta Fronte –, ma a quanto pare non è così. Essendo un’indagine d’ufficio, e non un’accusa mossa da privati, il rimborso proviene da fondi statali accessibili solo attraverso una procedura lunga, complicata e dall’esito incerto. Si tratta infatti di un fondo esiguo e difficile da elargire, spesso bloccato da cavilli e pretesti».
Fronte deve risarcire finanziamenti e prestiti di amici e parenti per un totale di oltre 20mila euro: «Le spese legate al processo ammontano a circa undicimila euro. Contemporaneamente però ho dovuto aprire un’ulteriore causa per la sospensione dei pagamenti di un vecchio finanziamento, a causa dell’impegno economico causato dalle indagini, per un totale di sedicimila euro». Si aggiungano poi oltre cinquemila euro del tecnico di parte, assunto per stilare una relazione sui macchinari interessati nell’incidente: «Mi è stato detto che queste spese non verranno coperte perché avrei potuto fidarmi delle indagini della procura, senza assumere professionisti esterni. Ma per una persona che viene accusata di omicidio e sa di essere innocente credo sia normale fare qualsiasi cosa per tutelarsi».
Per ricostruire la propria vita, il 38enne ha anche cambiato lavoro: «Non sopportavo più l’idea di rientrare in fabbrica e rivivere la tragedia ogni giorno. Oggi parlo di questa storia per esorcizzarla, le accuse sono “facili” e volano di bocca in bocca, la notizia della mia innocenza sembra non sortire lo stesso scalpore».