A Marghera una torre Hamon è stata recuperata. «Ora è testimonianza della storia»

Con una sala panoramica con vista a 360 gradi, un auditorium e uno spazio espositivo. Investimento da 3-4 milioni di euro

Vhtb

Vedute panoramiche sulla Venezia Heritage Tower e sul porto commerciale. (c) Giorgio Boato

Nella zona portuale di Marghera, a un paio di ore di auto da Ravenna, c’è una torre di raffreddamento come le due dell’ex Sarom in via Trieste, ma invece di abbatterla è stata recuperata nell’ambito di un progetto di riqualificazione portato avanti da un consorzio di una quindicina di piccole e medie imprese private. All’interno del manufatto di forma iperboloide – con un investimento di circa 3-4 milioni di euro di cui un terzo coperto dall’Unione europea – sono stati costruiti tre piani che dal 2019 ospitano uno spazio espositivo dedicato alla cultura d’impresa del porto, un auditorium da duecento posti e una sala panoramica per eventi a 60 metri di altezza con vista a 360 gradi.

La torre ha 86 anni, fu costruita dalla società Siderocemento di Milano su progetto franco-olandese della società parigina Refrigerant Hyperbolique (i disegni originari sono dell’ingegnere Giuseppe Colombo). L’altezza massima è 58 metri, il diametro è 38 metri alla base e 28 nel restringimento. Lo spessore della parete di cemento armato passa da 36 cm alla base a 8-10 cm a circa 40 metri di altezza. Era una delle tre torri evaporative dello stabilimento della società “Vetrocoke Azotati” avviato dal gruppo industriale della famiglia Agnelli per la produzione di fertilizzanti per l’agricoltura, plexiglass e vitrosa grazie allo sfruttamento dei gas prodotti da altri due impianti adiacenti per la produzione di vetro in lastre. Una delle torri è stata bombardata durante la guerra mondiale, una è stata abbattuta in seguito e l’ultima è diventata la Venezia Heritage Tower (Vht) dal 2019, al termine di un percorso durato quasi vent’anni.

Alla fine degli anni ’90, infatti, lo stabilimento della Vetrocoke era ormai chiuso e l’area di circa 33 ettari era abbandonata con rischi ambientali connessi. L’imprenditore locale Gianni Sottana si fece pilota e regista di una collaborazione pubblico-privata con il Comune di Venezia che ha portato alla riqualificazione dell’area con un investimento complessivo di oltre cento milioni di euro. Nacque il Consorzio Multimodale Darsena che riuniva imprese della logistica: uno spazio a rischio ambientale divenne una piattaforma logistica che sottrasse traffico pesante dalle aree cittadine.

Che fare della torre? «La cosa più facile e cinica sarebbe stata abbatterla e costruire al suo posto un capannone da affittare, come fece qualcuno prima di noi con l’altra torre rimasta – spiega Christian Sottana, figlio di Gianni e attuale presidente del Consorzio –. Ma anche se siamo un raggruppamento di imprese medio-piccole, abbiamo cercato di sviluppare una visione che guardasse oltre a un orizzonte di qualche anno. Quell’opera è un immobile bellissimo, costruita nel 1938 e differente solo di pochi cm rispetto al modello di iperboloide ideale disegnato da un computer dei nostri tempi. La torre è il risultato di una capacità imprenditoriale del passato e ci siamo sentiti chiamati a dimostrarci all’altezza di una sfida per il futuro. La torre c’era prima di noi e vogliamo che ci sia anche dopo di noi, una rappresentazione iconica del sapere fare del Veneto ma anche dell’Italia».

La riqualificazione si è svolta in due tappe. Il primo intervento finanziato dal Consorzio si concluse nei primi anni Duemila: al centro della torre è stata realizzata una colonna che ospita scale (300 gradini) e ascensore e sorregge il tetto che copre la sala panoramica con finestre a 360 gradi, altri due piani sono accessibili al livello terreno con una parte di soffitto in vetro che consente di ammirare l’interno della torre. «Completammo i lavori, ma non avevamo ancora una visione precisa di cosa potesse diventare quello spazio», ricorda Sottana. Nel 2017 l’avvio della seconda parte dell’intervento anche grazie a fondi europei intercettati dalla Regione: «Vht è diventata una testimonianza della storia del territorio e un volano dello sviluppo futuro».

La gestione ora è affidata alla società guidata da Alessandra Previtali: «Vht ha una doppia anima. C’è quella educational e espositiva che si rivolge soprattutto alle scuole per trasmettere il valore delle imprese del territorio. Poi c’è quella imprenditoriale che rende la struttura sostenibile economicamente con l’affitto degli spazi per congressi, convegni aziendali, iniziative di team building, eventi di rappresentanza. Facciamo cultura senza sostegno pubblico. Senza dimenticare che è un osservatorio privilegiato per gli investitori interessati al territorio: a 60 metri di altezza c’è una visione che va dalle Dolomiti al campanile di San Marco e sotto i piedi ci sono i terminal di Porto Marghera». Principalmente quindi un luogo di incontro per il mondo business – di recente vi ha fatto visita una delegazione di Confindustria Germania –, ma è anche uno spazio a disposizioni della cittadinanza: «Basta un gruppo di almeno 25-30 persone a cui chiediamo un contributo di 8-10 euro a testa e si possono fissare visite guidate con aperitivo all’ultimo piano».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24