Il primo ravennate alle Olimpiadi: la storia di Malatesta tra bici e politica

Morì nel 1920 accoltellato mentre faceva da paciere tra repubblicani e socialisti

Giuditta Matteucci

Il primo atleta di Ravenna a partecipare alle Olimpiadi moderne fu un ciclista. Guglielmo Malatesta, nato il 6 dicembre 1891, è l’emblema del ciclismo pionieristico. La sua storia farà parte di “Un secolo di ciclismo a Ravenna”, un progetto ideato e realizzato dal comitato Amici del Ciclismo Ravenna per riscoprire e celebrare la storia delle due ruote ravennati in occasione del passaggio del Tour de France in città il prossimo 30 giugno e dell’avvio dei lavori per la realizzazione del Ravenna Bike Park all’ex ippodromo, il progetto costitutivo del comitato che permetterà di dotare la città di una vera e propria palestra di ciclismo.

Il progetto prevede una mostra all’aperto in via Zirardini dal 28 giugno al 28 luglio (inaugurazione venerdì 28 giugno alle 21.30) con l’esposizione di illustrazioni realizzate da Giuditta Matteucci (qui sopra il suo ritratto di Malatesta). Di seguito un’anticipazione della storia di Malatesta che sarà parte integrante della mostra.

Nel 1906 un gruppo di appassionati restaurò il velodromo in terra battuta dietro alla basilica di Santa Maria in Porto in via di Roma, che era in stato d’abbandono. Dopo poche settimane l’impianto attraeva già ciclisti da ogni parte e vedeva la presenza di un pubblico straripante.
In poco tempo le manifestazioni assunsero rilievo nazionale e un ragazzo ravennate, alto e magro, con la maglia del Pedale di Ravenna, si distinse fra i tanti. Aveva solo sedici anni, ma se la cavava bene dappertutto: nella velocità, nell’inseguimento, sui 5 chilometri e, persino, sui 100 km. Poi, il campioncino della città diventò campione quando vinse, nel 1908, le Eliminatorie per le Olimpiadi di Londra. E a Londra, Guglielmo Malatesta partecipò a soli 16 anni di età. Non vinse medaglie ma fu uno dei quattro italiani a partecipare a quelle olimpiadi per l’Italia del ciclismo.
Nel 1909 partecipò al primo Giro d’Italia della storia e poi, nel 1919, divenne professionista. Non aveva ancora 29 anni quando la sua vita e la sua carriera si conclusero drammaticamente.
L’8 novembre 1920, un corteo organizzato dal Partito Repubblicano per celebrare la vittoria alle elezioni locali e la riconferma del sindaco Fortunato Buzzi, preceduto da una sfilata di ciclisti fra i quali il campione Malatesta, venne a contatto con un gruppo di socialisti. Ne seguì un violento tafferuglio, durante il quale Malatesta, accorso per fare da paciere restò ferito a morte da una coltellata.
Del nome di Malatesta si appropriò il movimento fascista ravennate che lo celebrò come uno dei “martiri” della “violenza bolscevica” e intitolando col suo nome una delle quattro “squadre d’azione” di Ravenna e una società ciclistica. Nel dopoguerra il Partito Repubblicano, con l’intento di salvaguardare l’unità antifascista del Cln, non rivendicò l’appartenenza politica dell’incolpevole Malatesta, che fascista non era mai stato e ch’era morto da militante repubblicano. La Società Ciclistica Malatesta finì col fascismo. Nel 1945, in ricordo del “loro” Malatesta, alcuni repubblicani fondarono il Pedale Ravennate mantenendo i colori sociali della S.C. Malatesta.

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