domenica
15 Giugno 2025
Spiagge

Mucillagine: storia, cause e effetti di un fenomeno tipico del nord Adriatico

La prima segnalazione di cui si ha notizia risale al 1729, da allora la costa romagnola lotta contro la mucillagine: fenomeno naturale innocuo per i biologi, ma odiato dai turisti. Dal 1989 c'è chi la beve per salvare l'economia, ma non basta. L'unica soluzione sono le burrasche. E con la crisi climatica sarà sempre più frequente

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MucillagineLa mucillagine è una presenza ciclica delle estati romagnole e nei giorni scorsi è tornata a far parlare di sé. Ricomparsa in gran parte della riviera adriatica, dal Veneto all’Abruzzo, questa massa gelatinosa galleggiante scoraggia i turisti dal tuffarsi in mare; il che è del tutto comprensibile: anche se non è pericolosa per la salute, si tratta di una schiuma maleodorante e brutta da vedere, che si appiccica al corpo e rende il bagno un’esperienza piuttosto disgustosa. Questa volta lungo la costa ravennate il fenomeno è stato più contenuto rispetto ad altre località adriatiche; ma l’estate è ancora lunga e l’allerta di albergatori e bagnini è ai massimi livelli.

Che cos’è la mucillagine?

Si tratta del prodotto della fioritura di varie microalghe, che trovano la condizione ideale quando si verifica la combinazione di tre fenomeni naturali: le abbondanti piogge primaverili, le temperature elevate in estate e il mare poco agitato per molti giorni. Le piogge comportano un maggiore apporto di sali nutritivi e particelle organiche in mare, mentre il caldo fa proliferare le microalghe, che durante la fioritura rilasciano dei collosi polisaccaridi (si tratta pur sempre di zuccheri) che tendono ad aggregarsi nelle formazioni note a tutti. Più tempo dura il mare calmo, più i cumuli si ingrandiscono. Il fenomeno è tipico dell’Adriatico settentrionale e centrale, mentre nel resto del mondo è quasi sconosciuto. Già in Puglia questa gelatina è inesistente, poiché il mare è più aperto e non ci sono grandi fiumi a portare nutrienti. Qui invece, per liberarsene, l’unica soluzione è una bella burrasca: in questo modo le onde trasportano la mucillagine sulla spiaggia, dove inizia a decomporsi e scomparire nel giro di poche ore.

I problemi della mucillagine

Oltre a infastidire i turisti, la mucillagine crea problemi ai pescatori, che devono continuamente pulire le reti e i filtri dei motori delle loro barche. Inoltre questa sostanza può soffocare cozze, vongole e altri organismi marini. Mentre questi non possono fare altro che attendere il mare mosso, chi è in vacanza per pochi giorni e ha una voglia impellente di fare un tuffo, talvolta aspetta la sera o la notte, quando magicamente la mucillagine sembra scomparire. Ma in realtà è sempre lì, anche se non la vediamo. Con l’abbassamento delle temperature la mucillagine tende infatti a scendere sui fondali, per poi risalire non appena l’acqua si fa più calda di giorno, a causa delle bollicine di ossigeno contenute al suo interno. Nel suo continuo movimento la mucillagine trattiene tutto ciò che incontra, compresi svariati batteri, che trovano le condizioni ideali per proliferare proprio all’interno della gelatina. Il che la rende ancora più disgustosa. I biologi marini assicurano che la sostanza non è dannosa; tuttavia qualche coraggioso tuffatore potrebbe avvertire irritazioni a contatto con la pelle, non tanto per la sostanza in sé quanto per i patogeni che si trovano al suo interno.

Nel 1729 il primo avvistamento di mucillagine: venne chiamata “cosa moccichiosa”

L’uomo adriatico lotta contro la mucillagine da molto tempo. La prima testimonianza del suo avvistamento risale al 1729, da parte dei pescatori che non riuscivano a usare le reti a causa di “una certa cosa moccichiosa”, mentre la prima descrizione scientifica è del 1872, quando si riteneva che la formazione di tale sostanza fosse determinata dalla secrezione mucosa di un’alga. La comparsa della mucillagine è riportata con notevole frequenza tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900, per poi scomparire dalle cronache fino alla grande mucillagine del 1989, di cui lo scorso 8 luglio ricorreva il trentacinquesimo anniversario.

La mucillagine del 1989 in Romagna fece nascere la diversificazione del turismo estivo

In riviera romagnola quell’evento viene ancora ricordato come qualcosa di epocale, poiché fece drammaticamente crollare le presenze turistiche. D’altronde la precarietà è da sempre uno dei maggiori problemi della monocoltura turistica: basta un fenomeno catastrofico e imprevedibile (guerre, pandemie, alluvioni o mucillagini) per determinare l’assenza dei vacanzieri e la crisi di un’intera economia. A poco servì allora il plateale gesto di Primo Grassi, presidente dell’ente di promozione turistica Agertur, che per dimostrare che la mucillagine non faceva male, bevve un bicchiere di acqua dell’Adriatico davanti a una platea di giornalisti. Quella gelatina era comunque troppo disgustosa e tanti turisti, soprattutto stranieri, decisero di spostarsi verso altri lidi. In riviera romagnola la mucillagine del 1989 segnò un punto di svolta, in quanto spinse l’industria turistica a diversificare l’offerta. Si capì che il mare è un elemento naturale ingovernabile, su cui non ci si può basare in modo esclusivo; e così si iniziò a lavorare su discoteche, parchi di divertimento, fiere ed eventi. E soprattutto, a costruire piscine.

Cambiamento climatico significa mucillagine più frequente

Il gesto di Grassi viene ancora oggi talvolta emulato, come fatto da ultimo dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad nell’estate 2022. Infatti negli ultimi trent’anni la mucillagine è tornata spesso a visitare la nostra riviera, con un aumento esponenziale dovuto al riscaldamento globale. La sua formazione è ormai un fenomeno annuale, la cui entità dipende soprattutto dalla circolazione delle correnti marine. Questa volta è stata più intensa in Friuli e in Abruzzo, mentre tra Ravenna e Cervia la presenza è stata piuttosto sporadica, circoscritta a piccoli banchi a macchia di leopardo che sono scomparsi alla prima lieve mareggiata. Ma con la crisi climatica dovremo imparare a convivere con la mucillagine e ognuno lo farà a modo suo: c’è chi non oserà tuffarsi, chi non rinuncerà a una piacevole nuotata e chi continuerà a berla per tranquillizzare i turisti.

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