
A causa dell’alluvione dello scorso settembre, il comune di Lugo emanò l’ordinanza di evacuare a scopo preventivo l’ospedale della città. Nei giorni più critici dell’emergenza, gli operatori sanitari rimasero dunque a casa, poiché i pazienti erano stati trasferiti in altre strutture del territorio.
A distanza di mesi dall’evento, l’Ausl Romagna ha recentemente diffuso una nota in cui informa che le giornate dell’alluvione non saranno riconosciute come giornate di lavoro e pertanto i dipendenti dell’azienda non si vedranno riconosciuta la retribuzione. Stessa sorte ai lavoratori che sono stati impossibilitati a recarsi a lavoro a causa dei danni subiti. Il problema non interessa solo il territorio lughese, ma anche per altre zone della Romagna. L’azienda sanitaria informa, inoltre, che non sarà possibile riconoscere i permessi straordinari retribuiti per l’emergenza alluvionale perché, a differenza di quanto avvenuto per l’alluvione del maggio 2023, non è stato preso alcun provvedimento di carattere nazionale o regionale.
La Fp Cgil ritiene tutto ciò inaccettabile: «Il costo dell’alluvione viene scaricato completamente sui lavoratori. Di fronte a questa ingiustizia chiediamo al governo e alla Regione Emilia Romagna, sollecitata subito dopo gli eventi alluvionali dalle federazioni sindacali regionali, di dare risposte concrete a tutte le lavoratrici e lavoratori coinvolti, affinché vengano riconosciute le giornate di lavoro».