
«È stato un Papa che ha dato un impulso importante per costruire una Chiesa missionaria. Un pastore missionario e riformatore della vita della Chiesa di cui si sentiva tanto il bisogno». Lo ha dichiarato il vescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, parlando con il settimanale diocesano Risveglio Duemila, che ha pubblicato le sue parole sul proprio sito internet.
Ghizzoni ricorda in particolare l’ultima volta che ha parlato di persona con il Papa, in occasione della visita ad limina del febbraio dell’anno scorso, assieme ai vescovi dell’Emilia-Romagna. «Abbiamo parlato con lui di tutto, ha dato consigli e suggerimenti – spiega Ghizzoni a Risveglio Duemila -. Era vicino alle problemi pastorali delle chiese locali. Aveva una gran memoria, per i volti delle persone e dei vescovi. Io gli ho parlato del tema degli abusi e della rete che con il Servizio Tutela minori abbiamo fatto crescere in Italia, coinvolgendo laici e donne. E lui in quell’occasione disse che è importante coinvolgere le donne in questa realtà».
Ghizzoni era con l’allora sindaco De Pascale e il prefetto Caterino nella delegazione ravennate accolta da Papa Francesco nell’ottobre del 2020 nell’ambito delle celebrazioni dantesche. Bergoglio benedì la croce donata nel 1965 da Paolo VI, in procinto di essere riapposta nella tomba di Dante. Il Pontefice si soffermò sul valore universale del patrimonio artistico di Ravenna e sul riconoscimento dell’opera di Dante da parte della Chiesa. Al Papa fu donata dal sindaco de Pascale la copia originale del progetto della Tomba di Dante.