Preoccupano i tagli alla scuola: meno docenti e ruoli di sostegno insufficienti

I dati in previsione dell’anno scolastico 2025/26. In calo dell’1,95 percento anche gli studenti

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I tagli all’istruzione della legge di Bilancio 2025 preoccupano anche la provincia: da quanto nell’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’ufficio scolastico territoriale di Ravenna del 2023 è emerso un taglio di 26 unità di docenti nel corso del prossimo anno scolastico (2025/26). «I numeri riflettono sulla provincia il taglio di 5.660 posti di lavoro in tutto il Paese – commenta Francesca Lo Iacono , segretaria provinciale Flc Cgil -. A questo dato se ne aggiunge un altro, il calo dell’1,95% degli alunni rispetto allo scorso anno».

Nel complesso si registra un’attribuzione di posti in organico così distribuita: per i posti comuni 3.480 unità e per il potenziamento 268. Inoltre, verranno istituiti 2 posti per la classe di concorso A023 (l’insegnamento della lingua italiana per discenti di lingua straniera) compresi nel totale posti di potenziamento.

Per quanto riguarda i posti di sostegno, la situazione mostra forti criticità. C’è un aumento degli alunni con disabilità nei diversi ordini e gradi di scuola: 119 in più in questo anno scolastico, per un totale di circa 2.279. In questo ambito, nel territorio si conta un totale di 745 posti, comprensivi dei 42 posti assegnati al potenziamento. Il numero dei docenti di sostegno in provincia non è dunque sufficiente a coprire il numero totale degli alunni disabili. Il rapporto va da 1/3,35 (scuola dell’infanzia), a 1/1,29 (scuola secondaria di secondo grado).

«Ancora una volta affrontiamo da un lato un inevitabile calo demografico, e dall’altro a tagli lineari che portano ad un organico insufficiente, che in maniera prepotente e pericolosa, aumenta il numero degli alunni nelle classi, limitando un adeguato diritto allo studio – concludono dal sindacato -. Serve un cambio di rotta da parte delle forze politiche perché la scuola non venga considerata un’inutile spesa ma una risorsa per il futuro del nostro Paese. È necessario investire sull’istruzione pubblica e sulle risorse umane. È questo che chiediamo e sollecitiamo: un decisivo cambio di rotta».

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