Mentre si parla di nuovi parcheggi e di riportare in centro alcune funzioni e uffici pubblici per mantenere vivo il centro, diventa ufficiale la notizia che la scuola più antica di Ravenna, l’elementare Filippo Mordani, nell’omonima via, non avrà una prima. Solo una decina gli iscritti che sono stati di fatto dirottati sull’altra scuola elementare del comprensivo Novello, ossia la scuola Pascoli in via Scuole pubbliche.
Effetto del calo demografico, certo, delle scelte di alcune famiglie che abitano in centro e preferiscono comunque iscrivere i figli altrove o alle due scuole private che sono in centro storico. Una fotografia che dice molto di come oggi non solo i bambini siano calati, ma anche della distribuzione delle famiglie sul territorio. E questo nonostante il Comune abbia attivato tutti i servizi per la scuola nonostante i bassi numeri, come i servizi di pre e post, e non abbia intenzione di dismettere quella che è una vera e propria istituzione per la città.
Negli anni, il Comune aveva predisposto il cosiddetto “Patto per la scuola” che era sempre stato firmato dai dieci istituti comprensivi del Comune e che di fatto vincolava i vari presidi a non accettare, se non in casi specifici e comprovati, iscritti al di fuori dello stradario di riferimento. Se all’inizio il patto è servito soprattutto per evitare situazioni di sovraffollamento, negli anni a seguire e più di recente, dicono dal Comune, è stato utile invece per “salvare” le scuole più periferiche e del forese dove le prime vengono accettate e l’organico garantito anche con numeri molto bassi. Sarebbe stato possibile questo al Mordani? Impossibile saperlo. In ogni caso, la dirigenza attuale pare non abbia firmato il suddetto patto, scegliendo di concentrare i pochi nuovi iscritti appunto nel plesso della scuola Pascoli.
Resta il vulnus di una scuola che ha letteralmente fatto la storia della città (fu aperta nel 1845) e che oggi resta, per la prima volta, senza la prima. L’auspicio è che non sia un tendenza destinata a durare e che già dal prossimo anno si possa tornare, magari tenendo conto della specificità del centro storico, a formare una classe anche con numeri più bassi.