giovedì
07 Agosto 2025
palestina

Un presidio davanti all’autorità portuale per fermare i rapporti con l’industria bellica israeliana

Appuntamento sabato 9 agosto per richiedere lo stop dei commerci tra il porto di Ravenna e l'azienda di droni militari Rafael

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Un presidio davanti all’autorità portuale per rivendicare la rottura immediata dei rapporti commerciali tra il porto di Ravenna e Rafael Advanced System, azienda israeliana di droni coinvolta nella guerra in Palestina. La manifestazione promossa da Slai Cobas e dalla Rete studenti4Palestine di Ravenna è in programma sabato 9 agosto, alle 10, in via Antico Squero 31.
L’azienda di stato israeliana Rafael Advanced Systems opera al Porto di Ravenna ed è una delle aziende presenti nel rapporto di Francesca Albanese (relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati) che denuncia le responsabilità delle aziende di armi, tra cui anche l’italiana Leonardo nella strage in atto a Gaza. Recentemente, ha fatto discutere uno spot commerciale dell’attività che mostra un drone Spike Firefly mentre rincorre un palestinese disarmato, inseguendolo e uccidendolo.

«Non è un video che intende documentare l’orrore quotidiano del genocidio, o una denuncia giornalistica. Attraverso il filmato dell’uccisione a sangue freddo di un civile palestinese l’azienda israeliana si propone di aumentare i suoi profitti, commercializzare i suoi droni comandati a distanza, con lo slogan: “Testato. Affidabile. Tattico!» comunicano gli organizzatori della protesta.

Rafael partecipa a un progetto europeo chiamato Undersec, finanziato con quasi 6 milioni di euro dal programma Horizon (2023-2026). Il progetto, coordinato da un ente tedesco, punta a sviluppare sistemi di sorveglianza subacquea usando droni e altre tecnologie. Tra i partner ci sono anche il Ministero della Difesa israeliano e l’Università di Tel Aviv. Tra i partner italiani di maggiore rilievo figura anche l’Autorità Portuale di Ravenna, e proprio a metà settembre ci sarà una conferenza in città con i rappresentanti israeliani e l’Autorità portuale.

«Israele riceverà circa 850mila euro per offrire competenze sulla sicurezza delle frontiere, test in ambienti controllati, ricerche sull’acustica subacquea e analisi dei dati con intelligenza artificiale – continuano dall’organizzazione -. Il porto di Ravenna è anche un punto strategico per i traffici con il Medio Oriente: qui transitano regolarmente le navi della compagnia israeliana Zim. Dopo il sequestro, a febbraio, di un carico illegale di componenti per cannoni diretti in Israele, Weapon Watch ha segnalato una nuova spedizione di munizioni partita da Ravenna il 30 giugno e diretta ad Haifa. Ravenna non vuole essere complice dei crimini israeliani. Denunciamo e diamo continuità alla solidarietà con il popolo palestinese».

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