lunedì
25 Agosto 2025
Ambiente

Le riflessioni del gruppo cittadino dopo il nubifragio: «I pini di Lido di Savio ancora ben saldi»

Il comitato chiede cautela alle amministrazioni: «Gli abbattimenti in massa illudono di risolvere il problema, ma contribuiscono solo ad aggravarlo»

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A seguito del disastroso nubifragio che si è abbattuto su Milano Marittima, che nella notte del 25 agosto ha abbattuto oltre 260 alberi solo in area urbana, il gruppo Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna condivide alcune riflessioni sul tema del cambiamento climatico, ribadendo la resilienza degli esemplari di viale Romagna.

«Sarebbe facile per noi gioire del fatto che i pini di viale Romagna, a poche centinaia di metri di luoghi del disastro, siano tutti saldamente in piedi, confermando in pieno le analisi dei nostri esperti e bocciando sonoramente tutte le previsioni tragiche dell’agronomo Morelli e le sue prove di trazione: riteniamo invece più utile fare un ragionamento più ampio e articolato. Durante eventi di portata eccezionale come questo, con venti ad oltre 120 km/ora, è evidente che nessun albero è sicuro al 100%. Ne sia prova che sono caduti anche platani, frassini, ulivi ed altre essenze. Il pino domestico quello più rappresentato nel nostro territorio, e quindi gli alberi caduti saranno per la maggior parte pini» comunicano dal gruppo.

L’invito è quello di interrogarsi sulla reale utilità degli alberi nel contesto cittadino: «Dai benefici che apportano gratuitamente alla salute pubblica, all’ombreggiamento, alla biodiversità, fino alle bollette, al valore degli immobili, al benessere psicofisico dei cittadini» rispetto ai danni prodotti quando, al sopraggiungere di eventi estremi, possono cadere. Secondo gli ambientalisti, il rischio è quello di scontrarsi con «un’amministrazione impreparata che si affretta a tagliare alberi in massa per tranquillizzare la popolazione, dando l’illusione di risolvere il problema, quando invece contribuirebbe solamente ad aggravarlo».

La soluzione per adattarsi al meglio ai cambiamenti climatici ormai assodati, secondo il comitato cittadino «non consiste nell’abbattere alberi, ma nel conservare quelli esistenti con le adeguate cure, e nel piantarne sempre di più, al contempo adottando tutti gli accorgimenti verso la cittadinanza, anche in termini di risarcimenti per i beni materiali colpiti. Altrimenti, ora sono alberi, domani, saranno tetti, edifici, infrastrutture, domani saremo noi, e tutto quello che le tempeste sempre più furiose incontreranno nel loro cammino».

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