Nella notte tra il 27 e il 28 agosto si è verificata una nuova schiusa di uova di tartaruga marina Caretta caretta dal nido deposto sulla spiaggia di Punta Marina nei pressi del bagno Susanna. Alle 21.30 e alle 2.30 sono nati rispettivamente 23 e 7 piccoli esemplari. Il bilancio complessivo sale a 81 tartarughe nate su 98 uova deposte (le altre erano nate all’alba del 23 agosto). Lo rende noto il Cestha, centro sperimentale per la tutela degli habitat che si sta occupando del nido sin dalla fine di giugno quando sono state deposte le uova.
Le ultime nate, in ottimo stato di vitalità, sono state fatte camminare lungo il corridoio predisposto dai biologi del Cestha e successivamente trasferite in un tratto di spiaggia sicuro, privo di frangiflutti paralleli alla costa e caratterizzato dall’assenza di sistemi di illuminazione. Tutti i piccoli hanno potuto così raggiungere autonomamente il mare.
«L’evento che ha richiamato molti curiosi – si legge in un comunicato del centro ricerche – conferma l’importanza storica di questa nidificazione per il territorio regionale. Il monitoraggio continuerà nelle prossime 72 ore. In assenza di ulteriori emersioni, come previsto dai protocolli ministeriali, i biologi marini procederanno domenica mattina all’ispezione del nido».
Quello di Punta Marina è il primo nido sulla costa del comune di Ravenna, ma il secondo in provincia (nel 2023 avvenne a Milano Marittima) e il terzo in Emilia-Romagna (a Riccione è avvenuta una deposizione di uova pochi giorni prima di Punta Marina).
La nidificazione sempre più a nord dell’Adriatico può essere un sintomo del cambiamento climatico. «L’aumento delle temperature rende più idonei alcuni areali che prima non lo erano – spiega Simone D’Acunto, direttore del Centro sperimentale per la tutela degli habitat (Cestha) di Marina di Ravenna –. È una circostanza che fa piacere, ma al tempo stesso è anche una triste consapevolezza dei cambiamenti. Però possiamo cogliere l’occasione di un evento così raro per fare divulgazione e per sensibilizzare le persone al rispetto degli animali e dell’ambiente, proprio per contrastare il cambiamento climatico».