Il 42enne faentino Filippo Sassi è tra i testimoni dell’attacco israeliano a Doha, in Qatar, dove vive da alcuni anni e lavora come istruttore di tennis. L’attacco aereo dell’esercito israeliano è avvenuto martedì, con una dozzina di missili contro i vertici dell’organizzazione palastinese Hamas che si trovavano a Doha (sarebbero sei i morti), in una zona comunque densamente popolata.

«L’attacco è avvenuto in una zona limitrofa a casa mia – scrive sui social Sassi, che a Faenza dirige il museo intitolato al padre Ivo, maestro ceramista – dove quotidianamente si reca mio figlio (di 12 anni, ndr) per i suoi allenamenti di calcio. Per fortuna oggi aveva dei compiti da fare e non è andato. Stiamo bene, ma abbiamo tanta paura». Sassi (che avrebbe confidato ad alcuni amici di non voler più restare a Doha) sottolinea come Israele abbia di fatto attaccato il Qatar, «un Paese sovrano che non ha mai aggredito o messo in pericolo nessuno, tanto meno lo Stato di Israele…».
La madre di Filippo ha rilasciato una testimonianza al Corriere Romagna in edicola oggi, 10 settembre. «L’aeroporto è intasato. Noi restiamo in costante contatto con l’ambasciata che sta monitorando la situazione e ci dice di stare calmi: ci rimettiamo a quello che ci raccomandano. Sono fiduciosa, spero che riescano a tornare presto anche se trovare un volo adesso è difficilissimo».