«Destineremo in totale quasi 7 miliardi per la ricostruzione post alluvione in Regione: siamo stati praticamente ovunque, e visiteremo presto i pochi territori mancanti. Tanto denaro, buone possibilità ma anche un grande rischio. Fino ad oggi abbiamo lavorato sulle somme urgenze, ora iniziano appalti e interessi e ci auguriamo la massima legalità e trasparenza». Una nutrita platea di cittadini, artigiani e imprenditori ha assistito all’incontro pubblico con il commissario per la ricostruzione post alluvione ingegnere Fabrizio Curcio, ospite nella sede di Confartigianato ieri sera (30 settembre), insieme alla sottosegretaria alla presidenza dell’Emilia Romagna Manuela Rontini per un dibattito sul tema “Per non dimenticare il 2023: dopo l’alluvione in Romagna, il punto su risarcimenti e ricostruzione”.
Tra i punti centrali toccati dal commissario, è emersa con forza la discrepanza tra i numeri stimati delle persone colpite dall’alluvione (oltre 60mila secondo le valutazioni iniziali) e le segnalazioni effettivamente pervenute attraverso le procedure di richiesta aiuti, ferme a circa 4600. «I fondi non mancano: su 1,2 miliardi di euro a disposizione, ne sono stati erogati appena 110 milioni – ha spiegato Curcio -. Ma servono stime concrete che quantifichino i danni subiti dai privati, per non immobilizzare inutilmente le risorse». A pesare sul quadro generale, un clima di sfiducia crescente, alimentato dalla complessità burocratica e dalle difficoltà riscontrate nell’utilizzo delle piattaforme digitali dedicate alle richieste di risarcimento. Proprio per questo, il Il decreto legislativo 65 si pone l’obiettivo di semplificare le procedure sia per il settore pubblico che per quello privato: al debutto nelle ultime settimane anche Indica, una nuova piattaforma di facile accesso (attraverso Spid o Cie), che non corrisponde a una vera e propria richiesta di rimborso, ma alla volontà di presentare la domanda, dando diritto a una priorità nell’esame della propria pratica. Il termine per compilarla è fissato al 31 ottobre. Discorso a parte per i Cis (Contributi di Immediato Sostegno) che prevedevano un contributo pari al 50% del danno solo a fronte dell’altra metà coperta dal cittadino: «Questo rappresentava un problema per molte famiglie, che si trovavano poi senza liquidità per terminare i lavori – ha continuato il commissario -. per questo abbiamo studiato un cambio di paradigma, dove il 50% viene anticipato senza richieste dirette al cittadino e, una volta messi a terra i lavori con documentazione tangibile, vengono erogati gli incentivi successivi». Il termine ultimo per la richiesta di contributi immediati era fissata per il 30 settembre, ma è stata prorogata al 31 ottobre 2025.
Per quanto riguarda le opere pubbliche invece, sono stati stanziati circa 2,9 miliardi di euro, la maggior parte dei quali già assegnati. In arrivo anche un ulteriore miliardo di euro destinato a progetti a lungo termine, da ripartire tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana (alla nostra regione però spetterà l’importo più significativo, oltre 900 mila euro sul totale stimato). Il totale di risorse stanziato per le opere di ricostruzione in Emilia-Romagna si avvicina quindi ai 7 miliardi di euro. Qui l’appello del commissario alla trasparenza e legalità dei procedimenti: «Perché fino adesso abbiamo lavorato con imprese più o meno note. Oggi iniziano gli appalti e le attività a più alto rischio. Trasparenza e legalità possono fare la differenza tra una ricostruzione di cui avremo o no una buona memoria – ha espresso chiaramente l’ingegnere -. Io non vorrei mai che il vostro e il nostro lavoro, in un ambito tanto delicato, possa essere sporcato dagli interessi personali».
Infine, il punto sulla delocalizzazione: «La normativa attuale non consente spostamenti basati sul rischio – ha precisato Curcio -. la delocalizzazione è incentivata solo per le abitazioni gravemente danneggiate e non ricostruibili, escludendo quindi gli immobili situati in aree problematiche». L’articolo 2 chiarisce che per “gravemente danneggiate” si intendono anche le abitazioni dichiarate inagibili da un’ordinanza del sindaco e, dopo una prima fase di valutazioni, l’indennizzo per la delocalizzazione è stato aumentato da 1.800 a 2.350 euro al metro quadrato (più iva), oltre a un contributo per spese notarili e demolizione (quest’ultima a carico del Comune, e successivamente risarcita dal Ministero).
Durante i lavori, la sottosegretaria Rontini ha avuto modo di illustrare la programmazione degli interventi di manutenzione e sicurezza idraulica: i fondi destinati alla manutenzione dei fiumi del territorio sono raddoppiati «Non credete a chi racconta che la sola pulizia dei corsi d’acqua avrebbe evitato il disastro, ma sicuramente ci impegneremo maggiormente nella manutenzione» ha precisato la funzionaria. Gli adeguamenti apriranno inoltre 20 nuove posizioni negli uffici territoriali, con un cambio di dirigenza anche nel ravennate. Con il Dl 65 poi viene assegnato un ulteriore miliardo a De Pascale, da spendere entro il 2030 e assegnare entro il 2026: «Ma puntiamo ad assegnarne almeno la metà a opere urgenti entro la fine di quest’anno» ha continuato Rontini. Infine, un’anticipazione sul progetto delle casse di espansione per il Lamone, in merito al quale uscirà un documento nei prossimi giorni: «Il progetto è confermato: abbiamo chiesto ai cittadini pareri, contributi e suggestioni e abbiamo ricevuto oltre 500 proposte e segnalazioni».
A chiudere l’incontro, le parole di Emanuela Bacchilega, Presidente Provinciale Confartigianato e imprenditrice bagnacavallese fortemente colpita dall’alluvione: «Abbiamo bisogno di procedure più veloci e aiuti concreti, come imprenditori non vorremmo mai smettere di investire sul nostro territorio per mancanza di sicurezza».