venerdì
10 Ottobre 2025
scuole

Non ci sarà una nuova “Pier Damiano”: si cercano soluzioni per 15 classi delle medie

Dal 2027 l'amministrazione comunale di Ravenna non rinnoverà l'affitto dell'immobile in centro storico

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Denatalità e conseguente ottimizzazione degli spazi e delle spese. Sono questi i cardini attorno a cui ruota il lavoro di riorganizzazione della rete scolastica degli istituti comprensivi (che includono elementari e medie), per cui il Comune di Ravenna deve provvedere agli spazi educativi. E a sentirne per primo e in modo più pesante le conseguenze è proprio il centro storico.

Dopo la notizia che nella storica primaria Mordani a settembre non è stata attivata una classe prima, ora giunge la certezza che dal 2027 il Comune non rinnoverà il contratto di affitto alle cosiddette “Ghiselli”, dove ha sede la quasi altrettanto storica scuola media Pier Damiano. Quindici classi oggi che dovranno trovare nuova collocazione, un’operazione che potrebbe comportare la fine dell’Istituto comprensivo stesso in favore di una fusione con l’Ic Guido Novello.

In realtà, il paradosso è che la scuola con le maggiori difficoltà nel fare le classi nel breve-medio termine sarà proprio la Novello, che però ha il vantaggio di avere sede in un edificio di proprietà comunale, al contrario della Pier Damiano che non dovrebbe vedere un calo di iscritti imminente ma è destinata a restare senza sede.

L’assessora alla Scuola, Francesca Impellizzeri, ci spiega che «siamo in un percorso di condivisione con tutti gli stakeholder che non è ancora terminato e nessuna decisione definitiva è stata presa, eccetto quella rispetto al contratto di affitto dell’edificio in cui ha ora sede la Pier Damiano». Edificio in vendita, per la verità, ma che al Comune non interessa acquistare perché si tratta di un immobile datato e, soprattutto, non necessario nel breve medio termine visto che appunto altri spazi, come detto, proprio nelle scuole del centro si stanno svuotando.

I sindacati Cisl, Uil e Snals in una nota congiunta e la Cgil in una nota a parte tuonano contro l’ipotesi di fondere le due scuole medie del centro e di rinunciare così a un comprensivo, senza peraltro che siano Stato o Regione a chiederlo, e imboccare una strada che sarebbe senza ritorno. L’alternativa potrebbe quindi essere una “coabitazione” di due comprensivi (ovvero con due presidi, due segreterie, due organici del tutto speculari e del tutto paralleli) in un unico edificio o meglio, su più sedi, perché,  dentro la Novello al momento non potrebbe essere “ospitata” tutta la Pier Damiano.

Senza contare i problemi di logistica, la scuola di piazza Caduti è forse non troppo lontana in linea d’aria da via di Roma, ma per chi abita nella zona di via Cilla (dove è parte dello stradario che manda i figli alle elementari alla Ricci e alle medie alla Pier Damiano) potrebbe diventare una specie di viaggio della speranza al mattino, nelle ore di punta, e lo stesso dicasi per via Mordani, dove il Comune non è intenzionato a chiudere la scuola elementare e che potrebbe quindi ospitare classi delle medie, un po’ come già accade alla Randi e alla Ricci-Muratori. Per ovviare al problema logistico degli spostamenti, non è a priori escluso un possibile coinvolgimento anche della Camerani (elementare del comprensivo San Biagio, che gravita sulla Don Minzoni) che è oggetto al momento di un importante ampliamento grazie ai fondi Pnrr.

«E tuttavia – ci dice Impellizzeri – l’ipotesi di più sedi deve tenere conto dei docenti che poi dovrebbero spostarsi per completare l’orario, con problemi di organizzazione interna. Il punto è che noi vorremmo evitare, se ce ne saranno le condizioni, di diminuire il numero dei comprensivi, stiamo ancora valutando la soluzione migliore. Ogni opzione ha pro e contro e non sarà possibile accontentare tutti, ma stiamo cercando di raccogliere idee e proposte dalle scuole, i docenti, le famiglie». Cosa stanno chiedendo in particolare queste ultime? «Direi sopra ogni cosa di salvaguardare l’identità della scuola e questo sarà fatto. Anche qualora dovesse nascere il nuovo comprensivo Damiano-Novello vedremo appunto nascere qualcosa di nuovo, non sarà semplice un assorbimento». Un argomento questo che difficilmente potrà convincere chi, come i sindacati, fa notare come questo produrrebbe anche una riduzione di posti di lavoro in termini soprattutto di personale non docente, con un calo nella qualità educativa offerta.

Si tratta sicuramente di una questione complessa che deve tener conto di tanti fattori e che provocherà comunque sia uno sconvolgimento della situazione attualmente in essere. In particolare c’è molta preoccupazione tra le fila del corpo docente della Pier Damiano che ha invitato sindaco e assessora a visitare la scuola.

Tra le soluzioni sul tavolo non c’è quella che tutti auspicherebbero: una nuova Pier Damiano, perché secondo Palazzo Merlato non è il momento di spendere in nuove scuole che potrebbero a breve restare vuote. I numeri del resto parlano chiaro e la questione del comprensivo Guido Novello, qualsiasi sarà la soluzione definitiva, è una cartina di tornasole impietosa. Fino a qualche decennio fa era la scuola d’elite della città, oggi è una media che rischia di svuotarsi e per più di una ragione, un po’ come il Mordani. Il tessuto sociale si è fatto più stratificato e complesso e dal centro è forse “fuggita” soprattutta la classe media delle già poche giovani famiglie che hanno preferito altri quartieri, altre zone e, di conseguenza, altre scuole, come il comprensivo Pier Damiano, appunto. In ogni caso una soluzione sarà trovata entro breve: «Speriamo entro novembre, ma posso assicurare che quando si apriranno le iscrizioni le famiglie avranno certezze sulle scuole a cui potranno iscrivere i propri figli».

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