martedì
25 Novembre 2025
Mobilità

Barriere architettoniche, «manca sensibilità per le minoranze»

L'architetto Masconale (Netmobility) ha elaborato il Peba del Comune di Russi: «L’invecchiamento della popolazione aumenta le esigenze»

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«Una barriera architettonica in un edificio o in uno spazio urbano quasi mai è dovuta a una mancanza tecnica di alternative costruttive più efficienti, molto spesso è solo l’effetto della scarsa sensibilità del progettista che, in nome di una ricerca estetica, ignora certe esigenze perché fanno riferimento a minoranze della popolazione».

Sono parole dell’architetto Matteo Masconale dello studio Netmobility di Verona che ha elaborato il piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) del Comune di Russi (incarico da circa 30mila euro, in parte coperto da fondi regionali). L’approvazione definitiva del consiglio comunale è arrivata nella primavera 2025 a conclusione di un percorso durato circa un anno.

Masconale spiega meglio l’approccio più idoneo con cui guardare alle barriere: «Bisogna partire dal concetto di diritto delle persone alla piena mobilità e accessibilità. Se ci fermiamo a pensare, non è accettabile che una persona disabile non trovi un bagno utilizzabile. L’obiettivo deve essere quello di rendere chiunque in grado di muoversi in autonomia in una città». Chiunque significa chiunque: «Non dimentichiamoci l’invecchiamento della popolazione che è fenomeno consolidato. Aumentano le difficoltà visive e motorie». Il concetto di “scarsa sensibilità” è ben rappresentato da un esempio pratico: «Le rampette per salire sui marciapiedi dovrebbero avere una pendenza massima stabilita dalle norme. Ma è consentito farle più ripide solo in condizioni particolari. La realtà dei fatti dice che ovunque vengono fatte con la pendenza più ripida possibile, anche quando ci sarebbero spazi per farle più dolci».

Netmobility ha lavorato ai Peba di diciotto Comuni distributi tra Veneto, Lombardia, Trentino e Emilia-Romagna: «Le linee guida definite da Bologna nel 2023 si sposano molto bene con l’approccio del nostro studio che crede molto nella partecipazione delle persone. Per esempio a Russi sono stati fatti tavoli di confronto aperti a tutti e passeggiate urbane con le scolaresche: a turno gli studenti si sono mossi come fossero ipovedenti o in sedia a rotelle per sperimentare in prima persona gli ostacoli degli ambienti». Un’esperienza che ha portato gli adolescenti a fare i conti con questioni che persone con disabilità conoscono bene: «Un esempio banale: è capitato spesso che i ragazzi si muovessero sul ciglio della strada e non sui marciapiedi perché il fondo era più regolare. Questo evidenzia un problema». Il coinvolgimento della cittadinanza è stato fatto anche incentivando l’invio di segnalazioni: «Perlustrare ogni angolo del territorio non sarebbe stato possibile. È stata lanciata una chiamata alla popolazione e ci si è resi conto che tanti problemi erano già noti alle persone». Ne è uscito un documento che fotografa la situazione attuale e stila una lista degli interventi in base a un ordine di priorità: «Ogni ostacolo ha una valutazione da 1 a 5 che tiene conto dell’ambiente circostante. Un gradino è una barriera oggettiva, ma se a una distanza ragionevole c’è una rampa non possiamo considerarlo un intervento urgente». In tutto servirebbero circa tre milioni di euro. Tra gli edifici, le somme più consistenti sono per i tre cimiteri (600mila euro), la scuola elementare “Lama” (240mila), la Casa della salute (219mila), lo stadio Bucci (157mila). Tra gli spazi urbani sono stati stimati 67mila euro per la direttrice Garibaldi ovest e 50mila per via San Giovanni e via Chiesuola, 45mila per piazza Farini e piazza Gramsci, 44mila per via Ungaretti.

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