La Soprintendenza di Archeologia e Belle arti di Ravenna non ha ancora ricevuto richieste ufficiali dal Comune per trasformare da temporanea a permanente l’installazione dell’opera in mosaico “Il Pavimento” realizzata da Nicola Montalbini in via Cavour in occasione della Biennale di Mosaico Contemporaneo (qui la nostra recensione). Il prossimo 18 gennaio si chiuderà la Biennale e l’installazione di Montalbini dovrà essere rimossa. Una petizione ha raccolto settecento firme per chiedere la sua permanenza e alla Soprintendenza spetta il parere vincolante.
L’opera, ideata da Montalbini con l’associazione Marte e la collaborazione del Gruppo Mosaicisti di Marco Santi e l’Accademia di Belle Arti, si trova sotto Porta Adriana da ottobre. È stato l’assessore comunale alla Cultura a sottolineare il ruolo cruciale dell’ente statale per il futuro de “Il Pavimento”: «II Comune ha rilasciato l’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico – ha detto Fabio Sbaraglia al quotidiano Il Corriere Romagna alla fine di ottobre –. Porta Adriana è un bene culturale tutelato e vincolato. Per questo motivo, la permanenza nel futuro del mosaico in quella posizione dipenderà dal necessario parere della Soprintendenza con cui come amministrazione siamo in dialogo».
Nella mattinata di oggi, 15 dicembre, la soprintendente Federica Gonzato ha partecipato all’inaugurazione dei lavori di riqualificazione della stazione ferroviaria di Ravenna – con la realizzazione di alcuni spazi espositivi per i reperti archeologici recuperati dagli scavi del sottopasso – e a margine dell’evento ufficiale ha risposto ad alcune domande dei cronisti sulle sorti de “Il Pavimento”.
«Il Comune è il committente dell’opera – ha detto Gonzato – e a noi ha chiesto un parere per una permanenza temporanea. Su quello ci siamo espressi a suo tempo. Se ora vogliono renderla permanente, aspettiamo ci presenti un progetto per la sua conservazione. Siamo aperti al dialogo, ma potremo esprimere un parere solo di fronte a un progetto concreto che definisca i dettagli di come si intende mantenere il mosaico. E non è detto che aver concesso un parere positivo per l’esposizione temporanea significhi che dovrà essere positivo anche il parere per una presenza definitiva. Per fare solo un esempio: cambia il tipo di installazione sul pavimento preesistente. Questo non significa che siamo contrari, significa che aspettiamo un progetto concreto per dare un parere».
Oltre alle settecento firme di cui si è già parlato, il coro di chi chiede di tenere l’opera conta anche diversi esponenti politici di minoranza e di maggioranza, nonché commercianti e associazioni di categoria. Il Comune ha quindi un mese di tempo per elaborare un piano da presentare alla Soprintendenza.



