«Serve l’aiuto di banche e municipalizzate se si vuole il basket in serie A»

Il presidente dell’OraSì lancia un nuovo appello per il futuro

Alla vigilia di una partita fondamentale per il campionato, da affrontare comunque al sesto posto in classifica e con una percentuale di vittorie superiore al 50 percento, il presidente della squadra di pallacanestro di Ravenna, al suo secondo anno consecutivo di serie A2, lancia un nuovo appello alla città. E dopo la fin quasi commovente raccolta fondi tra i tifosi della scorsa estate – quando in pochi giorni si racimolarono 100mila euro, per evitare che la società potesse ritirarsi dal campionato –, Roberto Vianello è chiaro: «Non chiederò più un euro ai nostri supporter». A latitare pare essere in particolare un indirizzo chiaro della politica locale e delle banche.

Il presidente Vianello infatti fa intendere che a questi livelli il basket ravennate non potrà più restare, se non cambierà qualcosa. In particolare ha mostrato ai giornalisti una ricerca effettauta dai suoi collaboratori tra le società di A1 e A2 italiane, da cui si evince come la stragrande maggioranza possa contare sull’appoggio degli istituti bancari, «laddove ad esempio il Banco di Sardegna sostiene Sassari in maniera continuativa da oltre vent’anni» o delle società municipalizzate, aziende di promozione turistiche, dei trasporti o di altri ambiti quali la grande distribuzione o le agenzie di lavoro. «A Ravenna – dice Vianello –, al di là di un grosso aiuto giunto quest’anno da Sapir, che è una società partecipata del Comune di Ravenna, non si è ancora riusciti a trovare il modo di fare rete e di coinvolgere queste realtà a favore dello sport cittadino, non solo del basket».

«Non so se spetti all’amministrazione comunale – continua il presidente –, ma è necessario che ci sia un’entità che metta insieme queste esigenze e che faccia cambiare un sistema che ad oggi non è funzionale. Il mio desiderio per la prossima stagione è questo: non ho nessuna intenzione di mollare, ma vorrei un aiuto, perché un club come questo è diventato parte del tessuto sociale della città, e da esso va accompagnato. Non posso pensare che la stabilità e la programmazione di questa società possano continuare a dipendere solamente da me e da uno sponsor importante e appassionato come OraSì: dobbiamo prendere esempio dalle altre città e trasferire anche qui un certo modo di lavorare».

Vianello sottolinea come l’impresa di riempire il Pala De André (dove da quest’anno il basket gioca anche grazie all’impegno del Comune) sia riuscita e come la pallacanestro stia portando a Ravenna migliaia di persone da ogni parte d’Italia (i tifosi bolognesi della Fortitudo a Ravenna vennero quasi in mille), chiedendo ora un appoggio concreto per restare su questi livelli e magari pure migliorarli. In caso contrario, il prossimo anno, pare di capire, restare in A2 diventerebbe molto complicato…

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